- Il decreto e la nuova prassi dei “porti distanti” perseguono un solo obbiettivo e ottengono un solo risultato: svuotare il Mediterraneo centrale dalle navi delle Ong.
- Se si volesse veramente garantire un’equa ripartizione sul territorio di rifugiati e migranti, sarebbe molto più razionale, rapido, umano ed opportuno garantirla usando i pullman, come si è fatto per anni.
- Sbarchi più rapidi potrebbero essere garantiti mediante il dispiegamento di più mezzi di soccorso e la possibilità di trasferire i naufraghi da una nave di soccorso all’altra – come navi della Marina e della Guardia Costiera hanno fatto innumerevoli volte in passato – cosicché una nave possa riportare i sopravvissuti a terra mentre l’altra resta a cercare naufraghi tra Sicilia e Libia.
La notizia del rilascio della Geo Barents dal porto di La Spezia, dopo lo sbarco di 237 donne, uomini e bambini e l’interrogatorio del capitano, va accolta con un sospiro di sollievo. La nave non aveva fatto nulla di male, ma la decisione di soccorrere le persone presenti su due ulteriori imbarcazioni in pericolo – dopo un primo salvataggio iniziale – aveva destato preoccupazione che il governo potesse adottare per la prima volta le sanzioni previste dal decreto 1/2023, approvato un mese fa.



