Non sarebbe di Luca Morisi la Ghb (“droga dello stupro”) trovata nello zaino di uno dei due escort con cui ha trascorso 12 ore nella sua casa di Belfiore lo scorso 14 agosto. È quanto emerge dalle chat fra l’ex social media manager di Matteo Salvini e uno dei due giovani, Alexander, pubblicate il 6 ottobre dal Corriere della Sera. 

Le chat

Dai messaggi, scambiati attraverso il sito di incontri Grinder-boy, sembra venire confermata la versione di Morisi, indagato dalla procura di Verona per possesso e cessione di stupefacenti. L’ex braccio destro di Salvini ha sempre negato di aver consegnato ai ragazzi la cosiddetta “droga dello stupro” trovata dai carabinieri. 

Alexander, che il 14 agosto è stato contattato da Morisi attraverso il sito di incontri, ha detto agli inquirenti che la droga arrivava dall’ex dirigente della Lega. Mentre il suo amico, che si fa chiamare Petre, ha detto di non sapere come fosse finita nel suo zaino. 

Ma da quanto emerge dai messaggi, è Alexander a scrivere in chat a Morisi «poi ti portiamo anche G. Vedrai ti piacerà molto, assicuro»: si tratterebbe proprio della Ghb. Il padre della “Bestia” risponde: «Conosco, non lo faccio da un sacco. Io anche fornito: oggi C.». La «C.» nominata da Morisi sarebbe la cocaina, che gli inquirenti hanno ritrovato in piccole quantità a casa sua. 

Morisi aveva contattato il giovane, dicendo di cercare «qualcuno con cui divertirsi, bere, sballarsi»: «Quando sareste liberi? Perché io sono già in onda», chiede. Alexander risponde, scrivendo di essere pronto a muoversi insieme a un amico da Milano e chiedendo un pagamento di 4.500 euro, di cui duemila da versare subito.

Morisi risponde chiedendo uno sconto e poi aggiunge: «Basta che siete seri e non mi prendete in giro». «Certo, facciamo bene il nostro lavoro, non è la prima volta», controbatte Alexander, mentre l’ex dirigente della Lega dice «ok, per me è la prima volta».

Alle 4:37 di mattina del 14 agosto i due partono da Milano: nel giro di due ore arrivano a Belfiore, dove trascorrono la giornata a casa di Morisi, fino all’arrivo dei carabinieri. 

© Riproduzione riservata