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La Guardia costiera bloccata nel limbo di due ministeri

LaPresse
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  • Il comandante della capitaneria di porto di Crotone ha spiegato che la Guardia costiera sarebbe stata in grado di intervenire, ma che la ragione del mancato intervento sta nei «piani operativi» e negli «accordi ministeriali». 
  • Effettivamente, situazioni come quella che si è venuta a creare di fronte alle coste di Cutro vengono normalmente valutate da un’articolazione del ministero dell’Interno, che gestisce gli eventi migratori. 
  • È quell’ufficio che stabilisce la natura dell’evento (nel caso specifico, un’operazione di polizia e non di salvataggio), con l’avallo del comando generale delle capitanerie di porto, al ministero dei Trasporti. 

La Guardia costiera sarebbe potuta intervenire per salvare il peschereccio carico di migranti naufragato davanti alle coste calabresi. A dirlo è il comandante della capitaneria di porto di Crotone, Vittorio Aloi: «Le nostre motovedette avrebbero potuto navigare anche con mare forza otto». E allora perché non sono uscite prima del naufragio? La ragione va cercata nella catena di comando della Guardia costiera. L’ente dipende ufficialmente dal ministero dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini

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