A dispetto delle aspettative, Fabrizio Corona in termini di share vale appena lo 0,7 per cento. Avanti popolo, la trasmissione di Rai 3 condotta da Nunzia De Girolamo, si ferma al 4,3 per cento degli ascolti e arriva settima su sette reti. Una cifra lontanissima dal 15 per cento pronosticato dal fotografo stesso, che non ha perso occasione per pubblicizzare sui suoi profili social l’ospitata nei giorni precedenti, promettendo di rivelare nuovi nomi nell’ambito dell’inchiesta sul calcio scommesse che poi, durante la puntata, fatalmente non ha fatto.

Salvo poi intervenire di nuovo sui suoi account per denunciare la «censura» a cui sarebbe andato incontro a Rai 3 e dare i tre nomi a Valerio Staffelli di Striscia la notizia. Secondo Corona, la Rai non avrebbe mandato in onda un audio che avrebbe tirato in ballo nuovi coinvolti nello scandalo: «Sono stato censurato! Purtroppo non ho potuto, come mi avevano garantito questa mattina, dire quello che volevo. A un certo punto la conduttrice ha lanciato un audio che poi non è stato nemmeno mandato in onda».

Effettivamente, a un certo punto De Girolamo ha lanciato un audio che non è partito e non è stato più recuperato, ma la versione di Corona sembrava meno credibile se si considera la seconda parte del suo messaggio: «Adesso penso cosa fare e dove mostrare tutte le notizie che ho trovato». Il luogo, a quanto pare, l’ha trovato immediatamente, considerato che il video della consegna del tapiro è registrato in notturna e l’esclusiva dei tre nuovi nomi – Stephan El Sharawy, Federico Gatti e Nicolò Casale – è stata annunciata ancora in nottata.

Mossa disperata

La verità, si mormora nei corridoi della Rai, è che i vertici dell’approfondimento e lo stesso gruppo di produzione non si aspettassero effettivamente delle rivelazioni. Se anche Corona dovesse aver deciso di concedere lo scoop a chi ha offerto più denaro, evidentemente non la Rai, restano sul tavolo una questione economica e una di contratto di servizio.

Un editore privato impiega i propri fondi come gli sembra più opportuno, ma nel caso della Rai un cachet di circa 10mila euro – merce rara per un’amministrazione che deve agire in un contesto di spending review e per una direzione di genere che ha un budget inferiore rispetto all’intrattenimento – se non si traduce in un’impennata di share è un tema. Anche perché Corona non ha fatto nulla per mostrarsi più rispettoso dei principi del contratto servizio di quanto non sia stato in altre occasioni, come da Mara Venier, doveva si era lasciato andare ad altre affermazioni controverse (non migliorando peraltro neanche lo share).

Difficile anche trovare nell’ospite di martedì sera principi che il contratto di servizio dovrebbe prevedere, come la cultura della legalità e la responsabilità nei contenuti editoriali. Per non parlare delle sportellate a Report. Ma al di là dell’opportunità di invitare un personaggio ambiguo, di cui si discuterà in ogni caso a bocce ferme, resta comunque la questione economica. Per Freemantle, che produce il programma di De Girolamo per la Rai a 200mila euro a puntata, il cachet di Corona è stato una spesa non indifferente, anche rispetto alle cifre che abitualmente prendono gli ospiti Rai. Per dire, nel 2017 l’ex ministro delle Finanze greco Yannis Varoufakis ha ricevuto 28mila euro per un’ospitata a Che tempo che fa, generando un piccolo scandalo nonostante il 10 per cento di share. I compensi di Corona si aggirano ormai più o meno sullo stesso livello.

Gli ascolti asfittici, poi, rischiano di diventare un problema serio per i vertici meloniani della Rai, che ormai hanno poche frecce rimaste all’arco degli approfondimenti: dopo i flop di Tango, Agorà e De Girolamo si punta su Francesco Giorgino e Salvo Sottile, ma nessuno è convinto che i due programmi possano fare la differenza. Dopo l’intervista al marito, capogruppo Pd, Francesco Boccia, il blocco sul porno con Malena, l’ospitata di Corona e l’intervista al Segretario di stato vaticano Pietro Parolin, è difficile prevedere cosa possano trovare a viale Mazzini per la prossima puntata di Avanti popolo. Ma tanto, l’ha detto De Girolamo stessa: a differenza di quello che è successo a MassimoGiletti «qui siamo in Rai». E il programma resta in onda.

© Riproduzione riservata