La nave Ocean Viking, con 230 migranti a bordo (di cui 55 minori), è arrivata ieri mattina nel porto di Tolone scortata da navi francesi e da un elicottero. L’odissea, almeno per i migranti, sembra conclusa, ma la Francia rimane ferma nella sua decisione di sospendere il meccanismo di solidarietà per accogliere 3.500 migranti attualmente presenti in Italia e che sarebbero dovuti essere ricollocati.

Secondo quanto riferito dalla portavoce del ministero dell’Interno, Camille Chaize, i migranti non sono al momento ammessi sul territorio francese, ma posti in «zona di attesa internazionale». Una dichiarazione poco chiara.

Presto verranno ascoltate le loro richieste di asilo. «Il nostro obiettivo è avviare molto rapidamente l’insieme delle procedure che consentiranno di esprimersi sulla situazione di queste persone», ha dichiarato in conferenza stampa il Direttore generale degli stranieri del ministero dell’Interno Eric Jalon.

Il funzionario ha anche detto che sono pronti a rimpatriare tutti i migranti economici e chi potrebbe rappresentare un rischio per la sicurezza del paese. Nel frattempo, il meccanismo di ricollocamento che la Francia chiede di boicottare permetterà a Parigi di inviare circa due terzi dei migranti sbarcati dalla Ocean Viking in altri paesi europei.

Ottanta saranno quelli accolti dalla Germania, mentre gli altri andranno in Lussemburgo, Bulgaria, Romania, Croazia, Lituania, Malta, Portogallo e Irlanda in base al meccanismo di solidarietà. In totale saranno ricollocati 175 migranti.

Secondo quanto riporta l’Ansa, l’Unione europea pensa di convocare una riunione ad hoc sui migranti dopo lo scontro tra Italia e Francia. L’incontro potrebbe essere anche solo a livello tecnico, ma non si esclude che al tavolo ci siano i ministri dell’Interno dei due paesi. Secondo le stesse fonti, la riunione si dovrebbe tenere prima del Consiglio Affari Interni previsto nella prima settimana di dicembre.

La Francia

Sulla questione è intervenuto Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’attuazione del programma: «La Francia nel 2022 ha accolto solo 38 ricollocamenti. Ma siamo popoli amici. Ci auguriamo che tutto rientri». E sulle ritorsioni minacciate da Parigi aggiunge: «Non vorrei che ci si riferisse ai soldi del Pnrr, quando dice che siamo tra i maggiori beneficiari dell’Ue parla di quello. Come dire: avete quei fondi, dovete stare zitti». Ai francesi chiediamo «solo rispetto». E sul fatto che la Francia accusa l’Italia di essere “disumana” Fazzolari risponde: «Si dice che migrare è un diritto. Ma vale solo per chi migra in Italia: tanto che il dossier principale riguarda come fermare gli spostamenti secondari».

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante la conferenza stampa per il decreto Aiuti quater, si è detta stupita della reazione della Francia ed è tornata a chiedere che vengano bloccati i migranti in partenza con un’azione coordinata dell’Unione europea. «In nessun accordo c’è scritto che l’Italia sia l’unico punto di sbarco», ha detto la premier.

L’opposizione

Il vicesegretario del Pd, Peppe Provenzano, ha accusato il governo di crudeltà dopo l’attuazione degli sbarchi selettivi, che hanno tenuto sulle navi umanitarie i migranti per giorni: «A Catania – afferma – ho visto l’Italia scadere al grado zero dei diritti, perché quando si arriva all’arbitrio della selezione, al tu sì tu no, nessuno può dirsi al sicuro».

Provenzano si dice «molto preoccupato» dalla «incapacità della minoranza di fare fronte comune anche davanti a casi enormi». Il vicesegretario del Pd ha anche attaccato Conte: «Capisco l’imbarazzo di un premier che ha firmato i decreti Salvini e ricordo la fatica che abbiamo fatto noi per modificarli, ma di fronte a quello che è accaduto a Catania, se dichiari di collocarti nel capo progressista, non puoi tacere».

Anche il Pd si è diviso sugli accordi con la guardia costiera libica, e Provenzano ammette che c’è un questione da risolvere una volta per tutte anche nel partito: «Le contraddizioni che ci portiamo dietro dalla gestione Minniti pesano ancora». Il riferimento è al Memorandum siglato con le autorità libiche che, in cambio di finanziamenti e motovedette consegnate alla guardia costiera, hanno intensificato i pattugliamenti delle coste per intercettare le imbarcazioni che salpano verso le coste italiane e rispedire i migranti nei centri libici, dove, come oramai certificato anche dai rapporti delle Nazioni unite, sono in corso pesanti violazioni dei diritti umani.

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