Una destra più conservatrice, composta da fedelissimi di Giorgia Meloni che risponde più al messaggio identitario, sovranista, che alla nostalgia del duce. Non mancano, certo, profili che si agganciano al passato, in riferimento al Movimento sociale italiano. Ma la parte principale dei 185 eletti di FdI è formata da amministratori e dirigenti locali che evocano le battaglie di Meloni sulla patria, sui “valori non negoziabili”, a cui Fratelli d’Italia ha dedicato un apposito dipartimento nell’organizzazione interna. Dovranno blindare la maggioranza con la partecipazioni ai lavori dell’assemblea, garantendo massima compattezza. 

Oltre a militanti e amministratori locali, ci sono profili che entrati in contatto con il partito sotto altre forme, come nel caso dell’ex consulente giuridica del gruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Sara Kelany. La neo deputata ha compiuto il salto di qualità, passando da collaboratrice a palazzo Madama a candidata. Nel suo curriculum uno dei punti qualificanti è il ruolo di componente della Corte sportiva d’appello della Federazione italiana palla tamburello.

Un altro profilo da ex consulente è quello di Lorenzo Malagola, capo della segreteria tecnica del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, nell’ultimo governo Berlusconi. Uscito dagli uffici ministeriali, è stato nominato segretario della Fondazione De Gasperi, ribadendo la passione politica, ben ripagata con la candidatura vincente.

A Montecitorio era in parte di casa la direttrice dell’emittente tv toscana Teleidea, Carmen Letizia Giorgianni, che nonostante la formazione da giornalista è stata nominata nella scorsa legislatura consulente della commissione di inchiesta sulle banche, presieduta da Carla Ruocco, su volere proprio del partito di Meloni.

Libri e talent

Un tono culturale è quello di Alessandro Amorese, di professione scrittore, che ha anche fondato la casa editrice Eclettica con cui ha pubblicato i suoi saggi, con una precisa direzione politica. Una delle sue prime fatiche letterarie, risalente al 2013, si intitolava Fronte della gioventù. La destra che sognava la rivoluzione, mentre una pubblicazione più recente racconta la storia del Fuan, il movimento universitario legato al Msi.

Dal mondo dello spettacolo proviene Gianmarco Mazzi, co-direttore artistico del Festival di Sanremo nelle edizioni condotte da Paolo Bonolis e Giorgio Panariello, ma anche direttore del talent show di Raidue The Voice, archiviato per mancanza di ascolti. Ora è amministratore delegato della società Arena di Verona.

Al Senato trova posto una figura che ha dimostrato di saper dialogare con tutte le forze politiche, come Giovanni Berrino: tra il 2020 e il 2021 durante il Conte bis e quindi con Dario Franceschini ministro, ha fatto parte del comitato di promozione del turismo, istituito al ministero dei Beni culturali. 

Mentre Andrea Mascaretti, consigliere comunale di Milano, si contraddistingue, come evidenziato dalla sua biografia, per essere attivista della lotta allo spreco, sostenibilità alimentare e economia circolare. Un’identità decisamente green.

I centristi di destra

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Oltre al gruppo legato alla leader di FdI, c’è una pattuglia di folgorati sulla strada del melonismo, che alla lunga può rappresentare un problema per la tenuta interna. Tra loro spicca Gianfranco Rotondi, eletto alla Camera nel collegio irpino, territorio dove ha mosso i primi passi sognando di ripercorrere i passi di Ciriaco De Mita. Dopo aver giurato fedeltà a Silvio Berlusconi, suo testimone di nozze, ha preso una diversa direzione e quindi abbracciato la causa di Fratelli d’Italia.

Non sono da meno l’ex ministro Giulio Tremonti e l’ex presidente del Senato Marcello Pera, che hanno cercato spazi di autonomia di pensiero fin da quando erano in Forza Italia. Da valutare il posizionamento della neo meloniana, Eugenia Roccella, già portavoce del Family day e con un trascorso nel nuovo centrodestra di Angelino Alfano. Altro centrista scopertosi di destra è Luciano Ciocchetti, leader dell’Udc nel Lazio all’inizio degli anni Duemila.

Classe romana

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Alfredo Antoniozzi è invece un ex Forza Italia ed entra per la prima volta alla Camera dopo due legislature nell’Europarlamento, l’ultima finita nel 2014. Da Roma arrivano alcuni dei dirigenti storici della destra capitolina, come Andrea Augello, che ha vissuto il momento di massimo potere quando ha condotto, in qualità di uomo macchina della campagna elettorale, Renata Polverini alla conquista della regione Lazio.

Un cammino diverso, ma altrettanto legato al territorio, è quello di Andrea De Priamo, eletto in Campidoglio nel 2008 nelle liste del Pdl. Tra i parlamentari in rampa di lancio, oltre al super menzionato Giovambattista Fazzolari, c’è l’attuale consigliera regionale del Lazio, Chiara Colosimo, una fedelissima di Meloni.

Per lei la ribalta nazionale arriva anche tardi, visto che era considerata una predestinata che raccolse in Regione la pesante eredità da capogruppo di Franco Fiorito, dovendo ripartire da zero per la credibilità del partito. E, ironia della sorte, dopo essere stato acerrima oppositrice di Nicola Zingaretti in regione, se lo ritrova ancora di fronte, questa volta in parlamento.

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