Congresso dem

Pd, c’è un patto generazionale che stavolta eviterà la scissione

LaPresse
LaPresse
  • Fra i quarantenni schierati con Bonaccini e Schlein c’è un’intesa non scritta. Ma chiarissima: bene la sfida congressuale ma senza fratture. 
  • Così si sostituiranno al vecchio accordo fra big che ha governato fin qui. Un “idem sentire” da una parte e dall’altra: saranno loro a mandare a casa i capi delle vecchie correnti e a mettersi alla guida di quelle nuove.
  • Per le caselle è presto, ma qualcosa già si intravede. Piero De Luca, Peppe Provenzano, Michela Di Biase. Che spiega: «Siamo la generazione che c’è già, anche noi siamo un pezzo della storia del Pd, anche noi dobbiamo avere cura del suo futuro, e farcene carico». 

Sarà anche in gioco «l’esistenza stessa del partito» (Gianni Cuperlo, Goffredo Bettini), c’è senz’altro il rischio del «declino» (Luigi Zanda), ma – sorpresa – il rischio di scissione nel Pd non c’è. Non stavolta, nonostante la lunga tradizione delle fuoriuscite. Lo si capisce all’indomani della mancata partecipazione al voto sulle armi all’Ucraina da parte di due deputati di Art.1, che sono due certezze del nuovo Pd e che dopo le primarie prenderanno la tessera. Contro i due, Arturo Scotto e

Per continuare a leggere questo articolo