Piombino è in rivolta contro il rigassificatore galleggiante. La nave rigassificatrice, attualmente prevista sulla costa toscana direttamente nel porto, nei piani del governo dovrebbe essere collegata alla rete gas entro il 2023 come parte indispensabile del piano per liberarci dalla dipendenza dal metano russo. Tuttavia il governo ha fatto i conti senza considerare la reazione dei cittadini locali.

Già dalla settimana scorsa, quando la compagnia Snam che si occupa di infrastrutture gas ha iniziato a fare degli studi per presentare ufficialmente richiesta alla regione per ormeggiare la nave, un pescatore, riportano le cronache locali, ha speronato l’imbarcazione della società.

La tensione è via via salita, e sabato si è svolta una manifestazione no rigassificatore con oltre duemila partecipanti in cui è sceso in campo anche il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, di Fratelli d’Italia, pronto a passare alle vie legali.

Le associazioni ambientaliste stanno con lui, e anche il sindaco di centrosinistra di Follonica Andrea Benini: «Una decisione che ci è piovuta dall’alto, senza sapere il perché e il per come. Sul territorio, però, a guardare in faccia le cittadine e i cittadini, ci siamo noi, gli amministratori locali» ha detto dopo un incontro in regione con il presidente Eugenio Giani.

E questo, ha proseguito, è «l’elemento spiazzante, l’anomalia: la decisione sembra essere stata presa a prescindere dall’iter autorizzativo. Ma l’autorizzazione dovrà passare, invece, da molti enti di controllo».

La nave gigante e Cingolani

L’annuncio è arrivato da Snam nelle scorse settimane. La nave “Golar Tundra” è stata già comprata, è lunga quasi 300 metri e larga 40, è costata 330mila euro e finirà nelle bollette di tutti, adesso però va posizionata. Nei piani del governo il rigassificatore galleggiante è necessario e deve essere collegato alla rete di trasporto al più presto, in attesa che ne arrivi un’altra che sarà allacciata un po’ di tempo dopo.

La scelta sulle regioni è diventata pubblica quando, pochi giorni prima del taglio delle forniture della Russia, il governo ha varato il decreto con cui ha nominato commissari i presidenti di Regione Eugenio Giani, per la Toscana, e Stefano Bonaccini per l’Emilia Romagna. In questo secondo caso, sarebbe interessata la costa di Ravenna. 

Il ministro Cingolani in un’intervista rilasciata al Tirreno ha detto che Piombino «salverà l’Italia» garantendo l’indipendenza energetica dalla Russia e quindi deve avere le compensazioni adeguate. Le promesse sono bonifiche di aree ex industriali e della discarica e una decisa transizione alle rinnovabili.

Il movimento del no

Ferrari, alla guida di una giunta sostenuta da Lega e centrodestra, però, forte di «duemila per dire no al rigassificatore, mentre dal mare arrivavano un centinaio di barche a dar manforte alla protesta» si legge sul Tirreno, se la prende con il presidente della Regione del Pd che finora non si è mai espresso contro e col ministro e chiede di dettagliare le proposte: «Compensazioni? In realtà, come ho detto al ministro, Piombino ha diritto alle compensazioni a prescindere dal rigassificatore, per quello che ha dato prima. Adesso si parla di addendum tra il presidente Giani e il governo: voglio capire bene di cosa si tratta».
Per loro si tratta di «una nave enorme ferma in porto minimo per due anni con tutti i problemi connessi di sicurezza e di utilizzo dell’area portuale, ho detto no». Non si esclude nemmeno il ricorso al Tar: «Con i nostri consulenti legali e tecnici vigileremo sulla correttezza del percorso amministrativo, che non è sottoposto a Via. Ma certo tutti i passaggi dovranno essere perfettamente a norma».

La sottosegretaria leghista del Mite Vannia Gava ha ribadito questa mattina a Radio24 che l’esecutivo non vuole cedere: «Quella è un’opera necessaria» a cui si aggiunge il problema del tempo: «La scelta di Piombino per la nave-rigassificatore è dovuta al fatto che è un luogo prossimo all’infrastruttura con la rete già pronta, che consente di avere un impianto funzionante, pronto a ricevere gas, nel più breve tempo possibile, già nei primi mesi del 2023. Altrove servirebbe più tempo».

Il Manifesto di domenica ha registrato la sofferenza dei manifestanti: «Ci dicono che l’Italia ha bisogno di Piombino, ma Piombino è tanto che ha bisogno dell’Italia e nessuno l’ha mai considerata».

Quale impatto

La sottosegretaria ha detto di capire «i dubbi dei sindaci locali che parlano dei danni ambientali negli anni Sessanta, è vero in passato sono state fatte opere che hanno danneggiato l’ambiente ma nel frattempo dagli anni Sessanta ad oggi». In questo settore «la tecnologia è talmente avanzata che ormai riusciamo a far convivere quello che è lo sviluppo sostenibile a quella che è la tutela dell’ambiente perché sono tutti impianti che rispettano l’ambiente ma soprattutto sono tutti impianti monitorati».

Benini intervenuto pochi minuti prima di lei però ha spiegato che questi aspetti non sono ancora chiari: «Qui abbiamo il turismo e l’itticoltura e mi sembra responsabile che prima ci facciano capire che impatto ha sulle nostre attività».

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