È durata solo una decina di minuti la riunione della cabina di regia sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, convocata a palazzo Chigi dal ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto. L’incontro ha dato il via libera alla richiesta alla Commissione europea di rivedere gli obiettivi della quarta rata del Pnrr, dall’affidamento dei lavori per la costruzione di asili nido alle stazioni a idrogeno. La quarta rata vale 16 miliardi e rischiava di slittare al 2024.

Alla riunione hanno partecipato i ministri del governo Meloni, i cinque sottosegretari alla presidenza del Consiglio (Mantovano, Fazzolari, Barachini, Butti e Morelli) e i rappresentanti degli enti locali: Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle regioni, Antonio Decaro in rappresentanza dei comuni e Michele De Pascale, presidente dell’Unione delle province. Era invece assente la premier Meloni, impegnata al vertice Nato di Vilnius.

Le parole di Fitto

Alle 15 si è tenuta una conferenza stampa con il ministro Raffaele Fitto. «La proposta di modifica della quarta rata è stata approvata poco fa dalla cabina di regia. La quarta rata aveva 27 obiettivi da raggiungere, si interviene su 10 obiettivi con correzioni di tipo tecnico amministrativo e altre più nel merito», ha detto Fitto.

Il ministro per il Pnrr ha assicurato che la proposta di modifica «sarà inviata già oggi alla Commissione europea e con un’informativa al Parlamento» e che questo percorso di revisione dei target «porterà alla richiesta dell’intera quarta rata, non immaginando un definanziamento».

Il Pd all’attacco

«Ci sono 19 miliardi di euro che l’Italia avrebbe potuto incassare da febbraio con la terza rata del Pnrr: siamo a luglio e non ne abbiamo traccia. Ci sono altri 16 miliardi di euro, la quarta rata, per i quali dovevamo presentare la domanda a fine giugno: siamo all’11 luglio e tutto tace», ha attaccato la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein. «Meloni venga in aula a spiegarci perché non si è ancora visto un euro della terza rata e perché rischia di slittare la quarta».

Seguono la segretaria altri deputati e senatori del Pd, guidati dai capigruppo Chiara Braga e Francesco Boccia. «Leggo che Fitto convoca d’urgenza una cabina di regia, forse ha letto i giornali. Intanto aspettiamo ancora la terza, da febbraio, c’era Sanremo. Siamo a luglio, con Techetechete, ancora niente. Perso tempo, tanto, troppo», ha scritto su Twitter il senatore Filippo Sensi.

L’ottimismo di Salvini

«Conto che con oggi si chiuda il discorso sulla rimodulazione, si mettano a terra e si spendano tutti i soldi che abbiamo chiesto in prestito», ha invece detto il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, all’inaugurazione di un nuovo tratto dell’A4 Milano-Brescia. «Ci sono alcune riflessioni che farò con i ministri competenti sulla sostenibilità: mi seccherebbe che con i soldi presi a prestito con il Pnrr finanziassimo le centrali a carbone in Cina», ha aggiunto il vicepremier.

Più realista è il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. «Se la terza rata del Pnrr fosse entrata prima sarebbe stato meglio, ma stiamo gestendo la situazione e speriamo che venga erogata al più presto. Un conto sono gli obiettivi sulla carta, un altro la realizzazione degli interventi», ha detto alla presentazione della card “Dedicata a te”. «È un problema che riguarda tutti i paesi, ma per l’Italia il problema è maggiore perché maggiori sono i fondi».

Cauto ottimismo arriva anche da Forza Italia per bocca del capogruppo alla Camera, Paolo Barelli: «La terza rata è in arrivo e non ci sono ritardi. Quanto alla quarta, il ministro Fitto sta lavorando per una rimodulazione del Piano perché sia finalizzato a investimenti fattibili entro il 2026. Le polemiche sono inutili: utilizzeremo i fondi in maniera corretta entro il termine stabilito dall’Europa».

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