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Mancano ancora tutti i connotati – testo, iter legislativo e volontà comune della maggioranza – di quella che è la riforma delle riforme per FdI: il presidenzialismo.
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Il progetto corre in parallelo con l’autonomia della Lega. Con una certezza: «Non ci saranno due velocità nella volontà politica», sintetizza il capogruppo in commissione Affari costituzionali di FdI, Alessandro Urzì.
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Inoltre, prima di passare dalla proposta Calderoli sull’autonomia all’approvazione, però, ci saranno degli aggiustamenti, sulla base dei rilievi soprattutto dei governatori di centrodestra.
La parola d’ordine c’è: presidenzialismo. A mancare è tutto il resto: un testo scritto nero su bianco, il percorso di approvazione certo e anche un via libera compatto della maggioranza che vada oltre lo slogan. Ad esclusione della Lega, è un dato storico che il presidenzialismo sia un tema portante nella dialettica del centrodestra. Se Silvio Berlusconi ne parla dalla sua discesa in campo nel 1994, la destra da cui proviene Fratelli d’Italia ne ragiona da ancora prima: alla fondazione Ta



