«Quella chat è bucata, ma ormai ci ho fatto il callo», scrive Virginia Raggi in un gruppo WhatsApp di parlamentari grillini scettici su green pass e vaccini. Il riferimento è alla notizia pubblicata dal quotidiano Repubblica, che racconta come l’ex sindaca della capitale abbia reagito con entusiasmo alla lettera dell’Associazione avvocatura degli infermieri che chiede le dimissioni del viceministro della Salute Pierpaolo Sileri pubblicata in un gruppo di dirigenti romani M5s nella giornata di ieri. 

«Dio sia lodato», ha scritto Raggi in risposta alla lettera pubblicata nella chat di cui fanno parte anche nomi di rilievo del Movimento romano coma Fabio Massimo Castaldo, Francesco Silvestri, Gianluca Perilli e Stefano Vignaroli, senza timore che le sue affermazioni fossero rese pubbliche. 

Nella lettera, indirizzata tra gli altri al ministro della Salute, all’Anac, al capogruppo alla Camera del Movimento 5 stelle e alla senatrice Bianca Laura Granato (ex Cinque stelle, oggi L’alternativa, che aveva cercato di entrare in Senato senza green pass), si chiede una diffida al viceministro Sileri per le sue parole ritenute «minacce» di «gravità assoluta che però ben dimostrano l’intentio nocendi che sostengono le azioni di governo e che, chiaramente trapelano dalle norme emanate, purtroppo non dirette a tutelare la salute dei cittadini, ma a costringere con minacce e punizioni arbitrarie chi non si sottomette passivamente agli ordini imposti dall’alto». 

Il riferimento è a una trasmissione televisiva in cui Sileri aveva promesso: «A voi no vax renderemo la vita difficile». 

L’associazione scrive che «le minacce promesse da Sileri devono trovare una giusta stigmatizzazione che non può prescindere dalle sue dimissioni». 

Le posizioni della sindaca

La frequentazione da parte della ex sindaca delle tante chat no green pass del Movimento non è una novità né in contraddizione con le posizioni finora assunte da Raggi nel corso degli ultimi mesi.

La sindaca da tempo ormai non si espone più sul proprio status vaccinale, ripetendo a ogni domanda che i suoi «anticorpi alti» le permettono di non vaccinarsi. 

Non è un mistero anche l’impegno sul tema di suo marito Andrea Severini, che già da tempo su Facebook si esprime contro il green pass e le norme anti pandemia: «I diritti fondamentali delle persone non possono essere legati ad una tessera verde e non hanno scadenza, ne oggi ne mai. Ribellatevi per questa vergogna», scriveva il 18 gennaio. Pochi giorni prima citava il post di sua moglie, fotografata in fila fuori da una farmacia che denunciava «il clima di odio e discriminazione che si sta generando nel Paese attraverso l’etichetta “no-vax”. Dobbiamo fermare questa atmosfera di caccia alle streghe».

Il 23 gennaio scriveva «Ognuno di noi deve ribellarsi, nelle forme e nei modi che gli competono. No al GP e al super GP. Non esistono persone di serie A o di serie B. La discriminazione in base allo stato vaccinale è degna delle peggiori dittature. Le libertà fondamentali di ogni persona non possono avere una scadenza di 6 mesi ed essere legate ad un QR code. Solo dicendo No si potrà fermare questa deriva illiberale e assurda». Insomma, che Raggi resti la campionessa dei No-vax nel Movimento non è un caso. 

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