Paolo Corsini se la cava con una «raccomandazione scritta» di evitare altre dichiarazioni come quelle che ha fatto ad Atreju. Il direttore dell’approfondimento della Rai non subirà conseguenze negative per il suo intervento alla festa di partito di Fratelli d’Italia: la sua moderazione aveva causato scalpore per i toni da militante che Corsini, che pure non ha mai nascosto i suoi riferimenti politici durante la sua carriera in Rai, aveva tenuto nel discorso. 

Le opposizioni si erano agitate e l’azienda aveva aperto una procedura disciplinare: prima di Natale, a Corsini erano stati concessi cinque giorni per presentare chiarimenti ai vertici aziendali. Il direttore si era scusato per le parole pronunciate spiegando che le sue parole sono state «estrapolate dal contesto».

«Nei miei brevi interventi introduttivi, finalizzati esclusivamente ad animare il dibattito e coinvolgere e presentare i relatori non c’era ovviamente alcun intento politico o polemico e di questo mi scuso».

La procedura

L’amministratore delegato ha chiesto una relazione alla direzione del personale per capire se le condotte di Corsini siano state fuori luogo: il caso di Corsini non era un unicum, i direttori che negli anni hanno partecipato alle feste della destra usando un lessico identitario sono stati diversi.

Ora, chiusa l’istruttoria e verificato il video, considerate le scuse immediate e recepita la lettera di risposta, considerati anche i precedenti, l’azienda ha ritenuto «chiarito l’accaduto con raccomandazione scritta di evitare analoghe dichiarazioni pubbliche» filtra dall’azienda.

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