Pino Insegno non condurrà l’Eredità. La notizia arriva da viale Mazzini in mattinata e la Rai fa sapere che, diversamente da quanto pianificato, il doppiatore e attore amico di lunga data della premier non prenderà il timone del quiz che precede il Tg1 a gennaio. La sua performance al Mercante in fiera non ha convinto i capi della Rai: effettivamente, nonostante tutti gli espedienti del caso, come la divisione del programma in due parti e le puntate speciali con gli ospiti famosi, il gioco non si è mai scollato dagli ascolti asfittici che porta a casa da inizio stagione. 

Insegno resterà in Rai, assicurano, ma certo non condurrà il quiz a cui la casa di produzione Banijay tiene tantissimo – tanto che giorni fa si vociferava che potesse venderlo ad altre emittenti – e che deve lanciare il notiziario della rete ammiraglia: sulla seconda rete la redazione del Tg2 era arrivata a lamentarsi del traino rachitico che offriva Insegno, secondo i giornalisti di Antonio Preziosi causa principale della pessima performance dell’edizione delle 20.30. 

Per il momento non sono previsti altri cambiamenti di rilievo, ma Stefano Coletta – direttore dei palinsesti – e Roberta Lucca – neodirettrice del marketing – stanno lavorando sui nuovi format che dovrebbero risollevare i destini di Raidue e Raitre, osservate speciali della nuova gestione Roberto Sergio-Giampaolo Rossi. I due dovrebbero intervenire soprattutto sull’intrattenimento Prime time, lavorando dunque sui palinsesti firmati da Marcello Ciannamea. Resta poi sul tavolo la questione degli approfondimenti: l'unica prima serata dedicata, quella di Nunzia De Girolamo, continua ad arrancare, ma per il momento l’orizzonte resta quello di Natale. C’è attesa anche per i destini di Luisella Costamagna, il cui Tango stenta a spiccare il volo, mentre tra due settimane su Raiuno sbarcherà Francesco Giorgino con il suo XXI secolo, sempre in seconda serata. 

Intanto, però, arriva la smentita della boutade che Fiorello ha lanciato martedì mattina a VivaRai2!, dove aveva evocato la possibilità di un conduttore di Mediaset per l’edizione 2025 del Festival di Sanremo: in molti avevano visto nelle sue parole un riferimento a Paolo Bonolis, ma a Domani risulta che non c’è nessuna trattativa aperta, né il nome è attualmente nei pensieri dei vertici Rai.

Mobilitazione

Mentre i vertici ragionano di palinsesti, i giornalisti con contratti atipici e precari sono pronti a dar battaglia per far regolarizzare la loro posizione. Lunedì si è svolta un’assemblea che ha raccolto un centinaio di persone, oltre il 50 per cento dei professionisti in quella situazione: i giornalisti si sono dichiarati pronti ad aprire una fase di mobilitazione. Il tavolo aperto a marzo sulla situazione contrattuale, spiegano «si è arenato dopo continui rinvii. Chiediamo di convocarlo al più presto». Per l’assemblea, la Rai non riconosce «ai lavoratori il contratto previsto dalla legge» e «si rende colpevole dell’applicazione di contratti illegittimi e irregolari». 

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