Un patto di non belligeranza che si traduce in nuove poltrone a disposizione. La trattativa sul contratto di servizio tra Rai e ministero dell’Impresa in commissione parlamentare di Vigilanza si avvia verso la conclusione: entro fine mese l’organismo di controllo deve esprimere un parere sul testo e il prossimo passo in agenda è la votazione delle centinaia di emendamenti presentati dai partiti, soprattutto dalle opposizioni. Ma la discussione del testo rischia di essere tagliata drasticamente per la gioia della maggioranza: nel frattempo, infatti, c’è una partita che si gioca su tutt’altro tavolo e che rischia di portare i Cinque stelle a collaborare con la maggioranza. 

Il testo in commissione

Di fronte alla mole di emendamenti presentati al testo si apre infatti la possibilità di votare soltanto quelli segnalati, riducendo così i tempi dell’approvazione del testo definitivo e tagliando il tempo di discussione anche alle proposte dell’opposizione. 

Ma non tutte le forze che non fanno parte della maggioranza reagiscono alla stessa maniera alla proposta: il Movimento 5 stelle infatti non esclude di venire incontro alla riduzione drastica degli emendamenti da votare, se la relazione dei due relatori al testo – Maurizio Lupi di Noi con l’Italia e Antonio Nicita del Pd – dovesse andare in questa direzione. 

Intanto però, con un tempismo che colpisce, su un altro tavolo c’è una partita che al Movimento interessa, e non poco: quella della successione di Alessandro Casarin alla direzione della Tgr.

Il nome più quotato resta quello di Roberto Pacchetti. L’attuale condirettore della testata in quota Lega dovrebbe a medio termine prendere il timone delle 24 redazioni regionali, nonostante dopo le ultime decisioni della direzione i comitati di redazione abbiano minacciato tre giorni di sciopero delle firme. 

L’interesse del M5s

Ma nella discussione sul futuro della testata regionale si sta aprendo una nuova possibilità che sembra fatta a misura per il Movimento. L’intenzione di viale Mazzini sembra infatti quella di confermare lo schema di direzione in vigore adesso: un direttore affiancato da due condirettori. Ma l’intenzione sembra quella di sfilare alla Lega i due incarichi di punta (Casarin è di scuola socialista, ma intrattiene ottimi rapporti col Carroccio) per liberare un’ulteriore casella. 

Nel momento in cui Pacchetti dovesse diventare direttore, infatti, oltre al condirettore in quota dem – che oggi è Carlo Fontana e verosimilmente potrebbe essere confermato – quello più dedito al meridione nelle speranze dei grillini potrebbe essere un nome d’area. Nei ragionamenti gira con particolare insistenza quello di Roberto Gueli, oggi vicedirettore di testata. 

Non sarebbe la prima volta che a viale Mazzini i Cinque stelle avallano le decisioni della maggioranza: il consigliere d’amministrazione d’area Alessandro di Majo infatti non ha votato contro le nomine proposte dai vertici meloniani d’azienda durante la scorsa estate. L’astensione è valsa al partito di Giuseppe Conte non poche nomine in quota Cinque stelle nella nuova Rai: la sovrapposizione d’interessi, forse, non è ancora finita. 

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