Chiuso il nuovo capitolo di nomine in Rai, già si guarda al prossimo. Il consiglio d’amministrazione di viale Mazzini ha appena approvato la lista di nomi concordata tra maggioranza e minoranza per le vicedirezioni delle testate giornalistiche e, per il momento, all’opposizione ci si gode il risultato raggiunto in un territorio ostile come la nuova Rai meloniana. Il prossimo giro di nomine, quello delle vicedirezioni di genere, come approfondimento e intrattenimento, è già apparso sul radar delle opposizioni, ma tutto sommato c’è tempo per darsi qualche pacca sulla spalla. 

La soddisfazione è il sentimento prevalente soprattutto nel Pd, dove ci si compiace anche del fatto che la trattativa del trio Rocco Casalino, Alessandro di Majo e Claudia Mazzola alla fine abbia portato a casa un bottino decisamente meno consistente di quello che ora possono vantare i dem. 

Alla fine, infatti, è finita cinque a tre: il Pd potrà contare su Elisa Anzaldo al Tg1, ma è stata riconfermata da Gian Marco Chiocci anche Costanza Crescimbeni, comunque riferimento per l’area dem. Anzaldo sostituisce la vicedirettrice uscente Maria Luisa Busi – a cui dovrebbe comunque essere affidato un ruolo di peso – ed è forse la conquista più sudata per il Pd, considerato che la giornalista è vista come fumo negli occhi dalla nuova governance Rai per le sue prese di posizione «antimeloniane» del passato. 

La trattativa di Flavio Alivernini, Stefano Graziano e Sandro Ruotolo non è stata facile, come ha dimostrato la prima fase della spartizione delle caselle di peso e il lavoro sui palinsesti, dove il Pd ha portato a casa ben poco. «Dopo vent’anni di dominio avete pure il coraggio di chiedere posti?» è la sintesi del pensiero della doppia punta meloniana che ora comanda a viale Mazzini, composta dall’amministratore delegato Roberto Sergio e dal direttore generale Giampaolo Rossi. 

Tutti i nomi

Nonostante un inizio in salita, spiegano dal Nazareno, alla fine è stato ottenuto però tutto quello che ci si aspettava. Oltre ad Anzaldo e Crescimbeni, infatti, è andato tutto bene anche per Mariano D’Amore, confermato alla sua vicedirezione del Tg2. I dem troveranno poi un altro punto di riferimento in Annamaria Baccarelli a Rai parlamento.

La radio resta l’unico tasto dolente: da una situazione in cui i vicedirettori di area dem erano addirittura tre, il Pd alla fine porta a casa soltanto la nomina di Ilaria Sotis, gradita anche all’Usigrai. Niente da fare per Gianmarco Trevisi, già portavoce di Enrico Letta a palazzo Chigi, che ha subito il desiderio del direttore Francesco Pionati, il nuovo direttore in quota Carroccio, di avere un uomo di fiducia al suo fianco. La scelta è caduta su Carlo Albertazzi, caporedattore a capo della segreteria di redazione ed ex capo di Gr Parlamento.

Fuori dai giochi anche Carmen Santoro e Filippo Nanni. Al loro posto un nome uscito dalle trattative nelle ultime ore, Giovanna Cardone, caporedattrice di area Fratelli d’Italia. 

Il Pd ha piazzato quattro donne e un uomo, sottolineano, nomi di cui la nuova dirigenza del partito è soddisfatta e della cui competenza può andare fiera. Finendo per ribaltare anche i pronostici degli ultimi giorni, che davano in grande spolvero il Movimento 5 stelle. Nelle trattative, i pontieri di Giuseppe Conte potevano anche contare sulla disponibilità del consigliere d’amministrazione d’area, che già in passato non ha negato il suo avallo alle proposte di Sergio e Rossi. I vicedirettori piazzati, però, alla fine sono stati soltanto tre: Senio Bonini al Tg1, Lucia Duraccio a Rai parlamento e Francesco De Vitis alla radio. 

Arriva in chiusura di consiglio d’amministrazione l’ultimo colpo di tacco del Nazareno, che riuscirebbe a recuperare terreno anche a Rainews, dove il giro di nomine di Paolo Petrecca, confermato dai vertici meloniani, avrebbe dovuto tagliare fuori la sinistra dai posti di comando. Sembra invece che possa restare al suo posto Diego Antonelli, vicedirettore di area, che ha il controllo del sito dell’all news e ha rilanciato il portale qualche anno fa. 

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