Teresa Bellanova, la capodelegazione di Italia viva, ha incontrato il presidente del consiglio Giuseppe Conte. Con lei Elena Bonetti, i capigruppo di Camera e Senato Maria Elena Boschi e Davide Faraone, il coordinatore nazionale Rosato e il presidente della commissione Finanze della Camera Luigi Marattin. Bellanova ha anticipato che non si sarebbe parlato della tesk force per il Recovery fund: «Intanto è positivo che finalmente si parla di contenuti e non di task force», quella proposta, ha aggiunto entrando a Palazzo Chigi, «non è inserita negli emendamenti della legge di Bilancio e adesso iniziamo a lavorare nel merito, perché è ciò che interessa al Paese, come si impegnano le risorse e come si danno risposte alle emergenze». All’incontro con il premier hanno partecipato i ministri dell’Economia Roberto Gualtieri e per gli Affari Ue Vincenzo Amendola.

Nessuno si dimette

Lo scontro interno alla maggioranza è ormai diventato pubblico il sei dicembre. Da allora le minacce di dimissioni delle ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, se il premier avesse proseguito del piano di istituire una cabina di regia verticistica per i finanziamenti del Next Generation Eu, si sono susseguite da parte delle ministre e di Matteo Renzi, che fino alla settimana scorsa diceva che tutta la delegazione di Italia viva, incluso il sottosegretario Ivan Scalfarotto, era pronta a lasciare. Ettore Rosato, presidente del partito, domenica ha detto in tv che il premier non gode più della fiducia di Italia viva, ma la sera è arrivata la convocazione di Palazzo Chigi per tutti i gruppi che compongono la maggioranza e qualcosa è cambiato.

Lunedì è toccato a Movimento 5 stelle e Pd. Oggi, martedì, a Italia viva e a seguire Leu. Per ora la sfiducia dei renziani non sembra pronta a trasferirsi dall’etere al parlamento o al governo. Bellanova all’uscita dell’incontro ha detto: «Io credo che alla gente non interessi se Bonetti o Bellanova si dimettono, così festa grande e possono andare avanti con altre persone al posto loro, se hanno i consensi per farlo in parlamento». Il problema ha detto «è che il governo ha il dovere di dare risposte, e per farlo bisogna condividere e confrontarsi».

Il documento e la task force

Matteo Renzi aveva annunciato un documento, e pubblicato una presa di posizione che Italia viva ha poi portato giovedì scorso in un brevissimo incontro con il premier. Adesso Bellanova ne ha promesso un altro: «ci riserviamo di prendere qualche ora e qualche giorno per inviare un documento con le nostre proposte puntuali, su cui il premier dovrà fare sintesi».

La task force però non è scomparsa, di una struttura di governance il governo tornerà a parlare. Per la nuova proposta, ha detto ieri Conte, «occorrerà una riflessione ampia e condivisa. È chiaro che avremo bisogno di qualche strumento, che ci assicurerà innanzitutto un monitoraggio. Ce lo chiede l'Ue». Così il premier Giuseppe Conte sottolineando che tuttavia «non è pensabile, e non ci abbiamo mai pensato, che ci sia una struttura centralizzata che possa essere invasiva». Il Pd ha già detto di non essere d’accordo con l’ipotesi di un’unità di missione, chiesta da Italia viva, e di preferire che il parlamento si inserisca nella discussione sulla gestione dei fondi.

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