Il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha messo in piedi un team di esperti, per definire come utilizzare in modo efficace i fondi europei del Recovery fund, che sembra una sorta di succursale della regione Lazio: la metà dei suoi componenti ha avuto a che fare con il presidente Nicola Zingaretti, alcuni con risultati non proprio da “governo dei migliori”.

Il “piatto forte” del Gruppo di lavoro per la ripresa e la resilienza, insediatosi al Dipartimento della funzione pubblica e che dovrà redigere un piano per l’utilizzo di circa 11,4 miliardi di euro del Recovery destinati alla Pubblica amministrazione, è senza dubbio il duo Andrea Tardiola – Alessandro Bacci.

Indagini e nomine

Tardiola, fino a due mesi fa segretario generale della Giunta regionale, è indagato per abuso d’ufficio per una vicenda relativa ad alcune nomine di dirigenti della Asl. L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, coinvolge complessivamente nove persone tra cui lo stesso Zingaretti e l'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato.

A rafforzare il suo curriculum ci hanno pensato anche i giudici del Consiglio di Stato a luglio scorso, indicandolo come responsabile principale per le nomine illegittime di 48 dirigenti esterni in regione Lazio. Nella sentenza definitiva i magistrati, oltre ad altre negligenze palesi, hanno sottolineato sia «il superamento dei limiti previsti dalla legge per il conferimento degli incarichi dirigenziali a soggetti esterni all’Amministrazione», sia «l’incompetenza del Segretario generale a compiere l’istruttoria della selezione».

Una vicenda nata oltre otto anni fa da un ricorso della Fedirets DirerLazio, sindacato dei dirigenti regionali, che dopo aver vinto al Tar nel 2015 ha bissato al Consiglio di Stato e ora ha presentato un esposto alla Corte dei Conti per un presunto danno erariale di «almeno 10 milioni di euro», spiega Roberta Bernardeschi, segretario regionale della Fedirets. Gli incarichi illegittimi erano stati denunciati anche con forza da alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle in Regione, quando ancora l’alleanza giallorossa era una cosa impensabile.

Porte girevoli

Uno dei 48 dirigenti esterni illegittimi è proprio Bacci, selezionato da Tardiola come direttore del personale della regione nel maggio 2013. Una vicenda che ha generato anche un conflitto d’interessi evidente per lo stesso Tardiola, mai risolto.

Tutto è cominciato nel 2016 quando, a seguito di un richiamo della Corte dei Conti, in regione si è dovuta cancellare la figura del segretario generale di nomina politica, che risultava essere un duplicato del capo di gabinetto: con immotivato aumento di spesa e, secondo l’Autorità nazionale anticorruzione, con illegittime ingerenze nella selezione dei dirigenti interni per gli incarichi apicali.

Così la figura di segretario generale fiduciario, allora ricoperta da Andrea Tardiola, scelto da Zingaretti nel 2013, fu cancellata e, nella stessa legge di abrogazione, ricostituita in una nuova figura dal nuovo nome: segretario generale della giunta regionale, a capo di tutta l’amministrazione.

Con il passaggio da ruolo fiduciario ad amministrativo, si è dovuta stabilire una selezione per la nomina del nuovo segretario generale. L’istruttoria delle domande presentate dai candidati è stata fatta dal direttore del personale Alessandro Bacci, selezionato in passato dalla giunta regionale per tale incarico sulla base della valutazione istruttoria effettuata proprio da Tardiola, quando il suo ruolo di segretario generale era ancora di natura fiduciaria. Il vincitore del concorso come nuovo segretario generale, stavolta in ‘veste’ amministrativa, è stato proprio Tardiola che, come si dice in gergo, è uscito dalla porta per rientrare dalla finestra.

«Battendo tra l’altro la concorrenza di numerosi dirigenti, anche interni, molto più titolati ed esperti di lui», sottolinea il segretario regionale della Fedirets che in passato aveva segnalato anche questa stortura.

Gli altri

Andando avanti nel team Brunetta, oltre alla collaborazione dell’economista Carlo Cottarelli e quella di altre figure professionali che non hanno avuto rapporti di lavoro con la regione come Carlo Altomonte e Raffaella Saporito, docenti alla Bocconi di Milano, il figlio del presidente della Repubblica Bernardo Mattarella, manager pubblico, e Giorgio De Rita, segretario generale del Censis, sono presenti altri elementi che hanno avuto incarichi in regione Lazio.

Germana Panzironi, magistrato del Tar, ex consigliere del comitato per la legislazione della regione Lazio, e l’attuale presidente dell’Aran Antonio Naddeo, dal 2013 al 2019 nell’Organismo indipendente di valutazione (Oiv) sempre della regione guidata da Zingaretti, prima come componente poi come presidente: organo che ha valutato sempre positivamente l’operato dei suoi compagni di team Bacci e Tardiola.

A chiudere il cerchio c’è il capo di gabinetto di Brunetta, Marcella Panucci, che coordinerà il gruppo di lavoro. La Panucci è la moglie di Marco Longo, vicepresidente dell’Aurelia ’80 Spa che gestisce una clinica privata accreditata dalla regione Lazio; accredito che risale al 1997 e che è stato rinnovato più volte negli anni anche dallo stesso Zingaretti in qualità di commissario ad acta per la sanità. 

© Riproduzione riservata