Affluenza flop e delusione per il risultato del quinto quesito. Intanto si vota anche per le amministrative: a Matera e Taranto al primo turno in vantaggio i candidati progressisti. L’affluenza definitiva non arriva al 31%, per Landini «non è una vittoria»
Le urne sono chiuse, l’affluenza scavalca di poco il 30 per cento. Gli occhi sono puntati sull’esito del voto per i cinque referendum: che il quorum fosse difficile da raggiungere era chiaro, ma il centrosinistra ha stabilito la soglia minima dell’affluenza per considerare la consultazione un successo al 30 per cento. Alla fine, la partecipazione si ferma mezzo punto sopra la l’obiettivo, di certo non una vittoria, come certifica il segretario della Cgil, promotore dei quesiti sul lavoro.
La destra esulta, in particolare la Lega. Ad andare particolarmente male è infatti il quesito sulla cittadinanza: mentre le consultazioni sul Jobs act e quelle sui subappalti sono un successo (per quanto invalidato dal mancato raggiungimento del quorum) e il sì supera abbondantemente l’80 per cento, a votare a favore del dimezzamento dei tempi necessari per l’ottenimento della cittadinanza è stato poco più del 60 per cento.
Contestualmente, si vota anche per il ballottaggio delle elezioni amministrative e alcuni primi turni in alcuni comuni sardi: da tenere d’occhio Matera e Taranto, dove i candidati del centrosinistra erano andati al secondo turno in vantaggio, e anche Nuoro.
Schlein: "Grazie a oltre 14 milioni di votanti, più di quelli che hanno votato Meloni"
Interviene la segretaria del Pd Elly Schlein, dopo che nel suo partito si sono subito scatenate le polemiche della minoranza riformista, che ha vissuto il mancato raggiungimento del quorum come una prova del fatto che i referendum fossero "rivolti al passato". "Hanno fatto una vera e propria campagna di boicottaggio politico e mediatico di questo voto ma hanno ben poco da festeggiare: per questi Referendum hanno votato più elettori di quelli che hanno votato la destra mandando Meloni al governo nel 2022" si legge in una nota di Schlein. "La differenza tra noi e la destra di Meloni è che oggi noi siamo contenti che oltre 14 milioni di persone siano andate a votare, mentre loro esultano perché gli altri non ci sono andati. Ne riparliamo alle prossime politiche".
Per la segretaria, "i Referendum toccavano questioni che riguardano la vita di milioni di persone ed era giusto spendersi nella campagna al fianco dei promotori, senza tatticismi e senza ambiguità".
Conte: "Esultanze sguaiate, rivedere il referendum abbassando il quorum"
"Leggo dichiarazioni ed esultanze sguaiate dei 'tifosi' della politica. Portate rispetto a circa 15 milioni di cittadini che sono andati a votare. Portate rispetto agli oltre 12 milioni che hanno votato sì a maggiori tutele nel mondo del lavoro. Parliamo di oltre 12 milioni di cittadini che, al di là dei colori politici, chiedono più tutele contro licenziamenti, precariato e incidenti sul lavoro. Noi saremo sempre dalla loro parte, dalla parte giusta". Lo scrive su Facebook il presidente del M5s Giuseppe Conte. "Credo che lo strumento del referendum vada rivisto nelle modalità e nei paletti, abbassando il quorum in un paese che affoga nell'astensione: bisogna premiare la partecipazione, la scelta". "Soprattutto in un contesto in cui poteri con gran parte dell'informazione in mano inquinano le acque, in cui pochissimi decidono per tutti, in cui molti italiani non hanno quasi mai sentito parlare di questo referendum per mesi",
Avs: Bonelli-Fratoianni, 30% è cuore alternativa
"Il quorum non è stato raggiunto, è vero. Ma ci sono oltre 15 milioni di cittadine e cittadini che hanno scelto di votare e con circa 13 milioni di Sì, lanciano un messaggio forte e chiaro, più forte persino del consenso che oggi regge Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Se Meloni crede che l'astensione sia un segnale politico a suo favore, commette un grave errore. Certo, quei 13 milioni non sono nemmeno 'nostri', ma di un'Italia che chiede ascolto, che pretende impegno. Ed è con questa parte del Paese che vogliamo costruire l'alternativa". Lo affermano in una nota Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs. "Alle prossime elezioni politiche - avvertono - non ci sarà un quorum a salvare Giorgia Meloni".
Landini: "Farmi da parte? Non ci penso lontanamente"
Il leader della Cgil, Maurizio Landini, non ha alcuna intenzione di lasciare l'incarico dopo la sconfitta ai referendum su lavoro e cittadinanza. "Non ci penso lontanamente, non è oggetto di discussione - ha detto in conferenza stampa - le decisioni sono state prese assieme in Cgil. C'è sempre stato un processo di decisioni e scelte collettive. Non abbiamo nessuna intenzione di cambiare la nostra strategia, non abbiamo cambiato idea".
Renzi: "Per costruire un centrosinistra vincente bisogna parlare di futuro"
"Il referendum non ha raggiunto il quorum, come facilmente prevedibile. I quesiti sul lavoro erano ideologici e rivolti al passato. Spero che sia chiaro che per costruire un centrosinistra vincente bisogna parlare di futuro, non di passato". Lo scrive su X, il leader di Italia viva, Matteo Renzi.
Landini: "Obiettivo non raggiunto, non è una vittoria"
"Il nostro obiettivo era raggiungere il quorum per cambiare le leggi e questo obiettivo non è stato raggiunto. Non è una vittoria, oggi non festeggiamo". Lo dice il segretario generale della Cgil Maurizio Landini commentando i dati sul referendum.
Salvini: "Sinistra senza idee, non mobilita neppure i propri elettori"
"Grande rispetto per chi è andato a votare, enorme sconfitta per una sinistra che non ha più idee e credibilità e che non riesce a mobilitare neanche i propri elettori. Cittadinanza accelerata? Idea sbagliata e bocciata pure quella, servono semmai più controlli e più buon senso. E sulla clandestinità, continuare a ridurre sbarchi e aumentare espulsioni. Gli Italiani hanno scelto, evviva la Democrazia" ha detto Matteo Salvini commentando i primi risultati del referendum.
La Russa: "Da sinistra campagna contro di me"
"Alla luce dei numeri dell'affluenza, sarebbe troppo facile ora infierire verso coloro che, come Schlein, Bonelli e tanti altri, mistificando il senso delle mie parole, hanno invitato ad andare a votare non per la presunta bonta' dei quesiti referendari ma semplicemente, se non per odio, quasi per far dispetto a me. In realta', io non ho piu' fatto ne' cenni ne' parola di propaganda e, come promesso, sono andato al seggio addirittura gia' domenica mattina presto. Ma la loro volgare campagna di disistima o peggio di odio nei miei confronti ha avuto un effetto: ho votato per un solo quesito". Senza le loro parole, forse avrei votato NO a tutti e cinque. Insomma, Schlein, Bonelli e i vari opinionisti schierati hanno fatto perdere non guadagnare punti all'affluenza. E forse non solo i miei perche' ho testimonianza di tanti che schifati dal loro "Dalli a La Russa" o peggio "Dalli alla Meloni" hanno deciso di rinunciare ad andare a votare. Contenti loro". Lo dichiara il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
Calenda: "Se la sinistra si fa trascinare da Landini e Conte non andrà da nessuna parte"
"Non si interviene via referendum su materie complesse come il lavoro; trasformare questo referendum in una consultazione contro Meloni è stato un clamoroso autogol - come già avevamo detto - perché ha sommato i voti della destra con quelli dell'astensione; se la sinistra continua a farsi trascinare dalle battaglie ideologiche di Landini, Conte, Fratoianni e Bonelli non andrà da nessuna parte" ha scritto sui social il leader di Azione Carlo Calenda
Tajani: "Ha vinto il centrodestra"
''Si è voluto politicizzare il referendum e trasformarlo in uno scontro tra maggioranza e opposizione. Ma alla fine ancora una volta ha vinto la maggioranza di centrodestra. Come segretario nazionale di Fi sono soddisfatto di questo risultato e come vicepresidente del Consiglio sono altrettanto soddisfatto''. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al Tg1.
Magi: "Vince l'astensionismo, non ci sentiamo sconfitti"
"Vedendo i primi dati, non definitivi, qualcosa si può giù dire: ha vinto l'astensionismo organizzato che si è fatto forte dell'astensionismo spontaneo e deklla mancanza di informazione. Non ci sentiamo, pero', sconfitti e non si devono sentire sconfitti i milioni di italiani che hanno votato sì al referendum sulla cittadinanza e le organizzazioni che hanno aderito al comitato promotore perché abbiamo rimesso al centro del dibattito il tema della riforma della legge sulla cittadinanza", dice Riccardo Magi in conferenza stampa.
A metà dello scrutinio, i Sì al quesito sulla cittadinanza sono solo il 60%
Con metà delle sezioni scrutinate, il quinto quesito - quello sulla cittadinanza - ha raccolto poco più del 60 per cento di Sì. Agli altri quattro quesiti ha detto Sì oltre l'80 per cento dei votanti.
Lega: "Devastante sconfitta per Schlein-Landini-Conte, altro che sfratto"
"Risultato dell'affluenza per i referendum lontanissimo dai desideri della sinistra e della Cgil. Devastante sconfitta per Schlein, Landini, Conte e compagni. Altro che segnale di sfratto, gli italiani hanno evitato, giustamente, di ascoltarli!”. Lo scrive su Facebook la vicesegretaria della Lega, Silvia Sardone. Assieme al post l'eurodeputata pubblica una card in cui si vedono la leader dem, il presidente M5s e il segretario della Cgil e la scritta ‘Flop clamoroso del referendum: disastro epocale per la sinistra!’.
Fazzolari: "Dai referendum governo esce ulteriormente rafforzato"
"Le opposizioni hanno voluto trasformare i 5 referendum in un referendum sul governo Meloni. Il responso appare molto chiaro: il governo ne esce ulteriormente rafforzato e la sinistra ulteriormente indebolita" dice Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega per l'attuazione del programma di governo, intercettato dai giornalisti fuori da palazzo Chigi.
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