Ospiti d’onore nella città “rossa” il vicesegretario leghista Roberto Vannacci, l’eurodeputato Petr Bystro e lo scrittore Stefan Korte di Alternative fur Deutschland. Il dizionario della destra identitaria è il medesimo. Il sindaco: «Idee che mi fanno rabbrividire»
È la città più rossa d’Italia, Livorno, che ospita l’evento politico più nero della settimana. In piena campagna elettorale per le elezioni regionali del 12 e 13 ottobre, la città toscana è la sede del Remigration Summit 2025.
Ospitato nel lussuoso Grand Hotel Palazzo, protagonista dell’iniziativa è stato il generale Roberto Vannacci, eurodeputato leghista e vicesegretario federale del Carroccio. Scopo dell’evento: proporre idee per deportare i migranti dall’Europa, verso i loro paesi d’origine.
Organizzata dal referente italiano della galassia “remigrazionista” Andrea Ballarati, e dal dirigente della Lega Toscana Lorenzo Gasperini, l’evento è stato anche un’occasione per rinsaldare il legame, sempre più basato su un’idea di destra autoritaria, tra la Lega e i partiti dell’estrema destra europea. Due gli ospiti internazionali di spicco, entrambi di Alternative fur Deutschland (AfD), il partito neonazista tedesco: l’eurodeputato Petr Bystro e lo scrittore Stefan Korte.
Identità e radici. Attacchi a una non meglio specificata sinistra. Globalismo. Nel dizionario della destra identitaria che, scortata fuori dall’hotel da almeno cinque camionette delle forze dell’ordine, mostra la sua idea di Europa, ogni parola è comoda per spianare il campo all’esodo forzato dei migranti che si trovano nel nostro continente. Che la destra definisce come «remigrazione».
«Che non è una parolaccia», specifica Vannacci. È lui l’ospite più applaudito dal centinaio di persone presenti nella sala congressi. «Qualcuno ha detto che non esiste l’italianità. Ma noi siamo bianchi. E non per questo sono nazista. Un nero può essere italiano di cittadinanza, ma le sue origini non sono italiane. E ne deve essere fiero, deve difendere le sue origini – esordisce Vannacci –. Le radici sono forse la cosa più importante di cui ha bisogno l’animo umano».
Vannacci show
Il generale poi capovolge il mondo, come è solito fare: «Come diceva Papa Francesco, spesso indicato come il fautore dell’emigrazione, citando Benedetto XVI, si deve avere il diritto di rimanere nel proprio paese – continua – . Chi ha perso la propria appartenenza e i propri punti di sradicamento è incline a sradicare gli altri. Vedere un gruppo di persone che predica Allah in piazza Duomo è sradicamento. Sradicamento è vietare il prosciutto nelle mense scolastiche. L'immigrazione cancella le radici da cui siamo stati creati, che sono la prima necessità dell'essere umano».
Se oggi l’Italia accoglie i migranti è colpa di una non meglio specificata «sinistra», per il generale: «La sinistra ci vuole riempire di questi disperati. Non vede l’ora di avere un melting pot per realizzare gli Stati uniti d’Europa. Così tutto ciò su cui si basa la nostra civiltà verrebbe cancellato – dice Vannacci –. La stragrande maggioranza degli immigrati sono a carico nostro. Noi forniamo loro scuola, alloggio, sanità, tutto. Ma lo stato sociale si forma su chi appartiene alla stessa società. A un cittadino è difficile chiedere di pagare per una persona che vorrebbe imporre i suoi valori su di noi».
L’unica soluzione per «liberare l’Italia» non può che essere la remigrazione. «Per prima cosa non si deve far arrivare l’immigrazione clandestina. Si bloccano i rubinetti, si mitiga e si continua, finché non si riesce. Noi (all’Europarlamento, nda) abbiamo proposto di finanziare barriere fisiche per limitare l’immigrazione clandestina per posti che hanno flussi terrestri – continua Vannacci –. E abbiamo proposto anche di finanziare la piattaforma per l’immigrazione per gli spazi fuori dalla frontiera Schengen. Ma la sinistra ha votato no».
Un’altra soluzione per re-immigrare le persone, sempre secondo Vannacci, è «condizionare l’erogazione dei fondi di sviluppo europei all’implementazione degli accordi per i rimpatri. Sarebbe uno strumento importante, ma anche qui la sinistra ha votato no».
La leva della cultura
Se non si riesce a convincere l’Europa a muoversi verso la remigrazione, si può provare a cambiare l’idea dell’opinione pubblica europea. Usa la cultura come «arma» Korte, che parla in inglese davanti a un pubblico poco incline a questa lingua. «Chi viene qui ha valori opposti ai nostri. La sensibilità e la tolleranza sono sempre per gli altri, mai per la nostra gente. Ma la nostra identità è sotto attacco», si presenta lo scrittore.
L’inverno demografico europeo non si può sconfiggere con l’immigrazione, ma preservando l’identità cristiana del vecchio continente. La strategia è culturale ancor prima che politica. «Lanceremo EuTurn, per fermare il declino del nostro continente – dice lo scrittore –. Attraverso il nostro progetto mostreremo alle persone la bellezza, la musica e l’arte delle nostre nazioni. Il nostro obiettivo è riconnettere le persone a Vivaldi, Dante, Hugo, Goethe, Beethoven. Loro ci ricordano che l’Europa è uno spazio bellissimo».
E ancora: «Lanceremo un think thank per la sovranità europea e la cultura identitaria. Faremo conoscere ai nostri ragazzi Dante e Leopardi. La prossima primavera il progetto prenderà il via».
La contestazione
E mentre Gasperini lancia l’idea di allungare i tempi per ottenere la cittadinanza italiana per gli stranieri «da dieci a vent’anni, e chi la vuole deve avere il c1 di lingua italiana», Livorno non rimane in silenzio davanti all’Hotel Palazzo. «Fuori i fascisti da Livorno», si legge su uno striscione tenuto da una sessantina di persone, tra cui diversi lavoratori portuali e studenti. E non sono mancati i fumogeni e i lanci di uova nel cortile dell’hotel. Anche il sindaco Luca Salvetti, di centrosinistra, contattato da Domani, ha espresso il suo disappunto verso il convegno.
«A Livorno ognuno può esprimere le sue idee – dice il sindaco – . Ma le idee di Vannacci fanno rabbrividire. E la cosa che mi dà più fastidio in assoluto è presentare l’iniziativa come una sfida alla città, città rossa in una regione rossa. Aizzare gli animi non è una cosa intelligente». Non commenta, per non fare pubblicità all’evento, il presidente della Regione Eugenio Giani (Pd).
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