Dopo la Lombardia, anche la Toscana ospiterà sabato 4 ottobre l’incontro della destra identitaria che vuole la deportazione dei migranti dall’Europa, cercando di insinuarsi nei partiti di destra al governo nei paesi Ue. Oltre a Vannacci, interverranno due esponenti della Lega. La grande novità è la presenza del partito tedesco. La condanna da sinistra
La destra identitaria duplica l’appuntamento italiano per chi teorizza la deportazione dei migranti dall’Europa, il Remigration summit. Dopo la Lombardia, tocca alla Toscana ospitare il vertice nero: questa volta a Livorno, al Grand Hotel Palazzo, il più grande e lussuoso della città che, contattato da Domani, non ha voluto fornire alcuna informazione nel merito.
La strategia è quella dell’entrismo, cioè l’insinuarsi nei partiti di destra europei al governo per trasformare il concetto di remigrazione da «inaccettabile» ad «assimilabile».
Gli organizzatori del summit nero, nell’audio rivelato da Domani, avevano spiegato come arrivarci: «Uno: definire il concetto di remigrazione. Due: comunicarlo ponendoci come avanguardia perché, tra quattro anni, i partiti di destra possano portarlo all’interno del dibattito».
In questo secondo appuntamento, c’è però una novità relativa alla prefettura. Dopo le richieste del presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo al prefetto Giancarlo Dionisi, di valutare la revoca dell’autorizzazione al summit nero, secondo le informazioni raccolte da Domani, si è riunito il Comitato di ordine e sicurezza pubblica. Ma, dall’incontro, pare non siano emerse criticità per fermare la kermesse che, nel frattempo, ha chiuso la possibilità di prenotarsi attraverso il form su Google indicato nei social del summit.
Estrema destra riunita
Il summit inizierà alle 14.30 di sabato 4 ottobre e vedrà svariati ospiti dal mondo dell’estrema destra europea: oltre al vicesegretario della Lega, Roberto Vannacci, altri due esponenti leghisti parteciperanno come oratori.
Il primo è Claudiu Stanasel, vice presidente del Consiglio comunale di Prato e capolista, per la Lega, nella provincia. Il secondo è l’avvocato Federico Pazzaglia, candidato della Lega alle elezioni regionali in Toscana. Stanasel, dalle sue pagine social, già da tempo inneggiava alla remigrazione, ma non solo. Ha portato avanti posizioni no vax, ha sostenuto la castrazione chimica per gli autori di violenze sessuali e, sui temi Lgbtq+, il suo cavallo di battaglia è stato «no alla teoria gender, no alle associazioni Lgbtq+ a scuola». Tutto perfettamente allineato con i suoi colleghi di partito.
Oltre a esponenti di partito italiani, alla giornata di sabato parteciperanno, come nel primo evento a Gallarate, figure dell’estrema destra europea: Mihaly Rosonczy, direttore di un think tank conservatore, Ada Lluch che, nei suoi social, si definisce un’«attivista contro l’islamizzazione dell’Europa» e il deputato del partito rumeno Aur, Mihail Neamtu, famoso per le ideologie conservatrici, nazionaliste e con tendenze euroscettiche.
Ma la grande novità è che, per la prima volta, fanno capolino un europarlamentare e un deputato tedesco dell’estrema destra di Alternative für Deutschland (AfD): Petr Bystron e Stefan Korte. Afd, lo ricordiamo, è un partito xenofobo radicale che a maggio scorso, secondo i servizi segreti interni tedeschi, è stato dichiarato «organizzazione estremista che mette in pericolo la democrazia».
Partito a cui spesso Lega e FdI hanno detto di non voler accomunare le loro politiche. Eppure l’europarlamentare Marco Campomenosi, alla trasmissione Coffee Break di La7, dichiarò: «Chiamare AfD “partito nazista” è ridicolo e spregiativo».
Oltre alle uscite pubbliche, è soprattutto il programma politico che parla. Quello della Lega e di FdI ha dei punti assolutamente in linea con l’estrema destra europea, come quelli legati alla lotta alle migrazioni e alla difesa dei confini. A questo, da un anno, si aggiunge anche il tema della remigrazione. Un vero e proprio progetto politico che la Lega sta portando avanti nelle piazze, nel dibattito pubblico, negli eventi di partito e, non ultimo, accettando di buon grado gli inviti ai summit dell’estrema destra.
La condanna a sinistra
Il vice segretario della Lega, Roberto Vannacci, canta vittoria: «Il Remigration summit si terrà regolarmente, nonostante il tentativo del presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, di impedirne lo svolgimento invocandone la presunta incostituzionalità presso il prefetto».
Antonio Mazzeo gli risponde che non sarà mai presente a un evento «dove si inneggia alla discriminazione, alla violenza e ai valori contro la Costituzione». Anche Arci, Anpi, Arcigay e diversi partiti della sinistra livornese, in un comunicato, hanno espresso la loro contrarietà al tema della remigrazione, considerata «un inganno linguistico che cela la negazione dei diritti fondamentali, la violazione della dignità umana e la riproposizione di vecchie logiche di esclusione e discriminazione».
Per loro, infatti, la remigrazione non è un concetto neutro né un’opinione legittima: «È un progetto politico che punta a normalizzare espulsioni di massa, stigmatizzazione sociale e divisione tra cittadini di serie A e di serie B, riproponendo la stessa logica che ha alimentato le pagine più oscure della storia europea».
Viene condannato, con la massima fermezza, il Remigration Summit, perché «parlare di remigrazione significa evocare deportazioni, legittimare violenza e teorizzare un vero e proprio apartheid etnico». Poi la stoccata finale alla destra in regione: «Che questa iniziativa possa essere ospitata, con un chiaro intento provocatorio, rappresenta un insulto alla storia della Toscana dei diritti».
La dichiarazione di intenti degli organizzatori del Remigration Summit, come aveva rivelato l’inchiesta di Domani, è chiara e inquietante: «Attraverso la conferenza vogliamo creare un piano d’azione per inserire il concetto di remigrazione nelle politiche europee. Stiamo cercando di modellare i nostri partiti nazionali».
Il piano sta funzionando: la Lega, partito di governo, è pienamente connivente al piano dell’estrema destra italiana ed europea. Con buona pace di chi, al suo interno, aveva dichiarato che non esisteva un filo nero, nerissimo, che legava l’estrema destra al partito.
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