Una Lega non era abbastanza, meglio averne due. O, nel caso specifico, due correnti che tirano ciascuna in direzione opposta all’altra. La situazione della Lega a valle del voto sardo è tutt’altro che serena, visto il magro risultato che ha portato a casa il partito di Matteo Salvini.

Ma la sconfitta di Paolo Truzzu, imposto da Giorgia Meloni, è anche un pungolo sufficiente per i leghisti per rialzare la testa e battere i pugni sul tavolo per quanto riguarda le nomine. Uno dei primi dossier su cui la maggioranza dovrà trovare la quadra è il rinnovo del consiglio d’amministrazione Rai. Un compromesso ancora non c’è. Tanto più che la Lega, dal canto suo, non ha ancora una linea univoca su come affrontare la trattativa.

Al consigliere uscente (arrivato alla fine dei suoi due mandati, quindi non ricandidabile) Igor De Biasio, finora protagonista indiscusso delle trattative leghiste in Rai, si starebbe infatti affiancando come punto di riferimento per il partito Alessandro Morelli, già responsabile editoria e nuovo plenipotenziario di Salvini per viale Mazzini. La scelta del segretario è interessante perché i due hanno visioni discordanti su quali caselle e su quali nomi debba puntare la Lega. In cima alla lista dei desideri di entrambi – ma anche a via Bellerio sono consapevoli che si tratta di un’aspirazione difficilmente alla portata di un partito ridotto ai minimi termini – c’è la presidenza.

I nomi che girano sono quelli di Alessandro Casarin, il direttore della Tgr a un passo dalla pensione, già in odore di elezione nel prossimo cda, di Francesco Storace, attualmente al timone di “Il rosso e il nero” insieme a Vladimir Luxuria e quello di Francesco Pionati, fresco di nomina al Gr Radio, che potrebbe guidare per altri due anni.

Nessuno però gode della fiducia della Lega quanto il direttore uscente della Tgr. Casarin sarebbe la scelta preferita da De Biasio, mentre gli altri due raccolgono le simpatie di Morelli. Il sottosegretario alla presidenza può anche contare su un nuovo canale aperto con il direttore generale, probabile futuro amministratore delegato in quota FdI, Giampaolo Rossi. Tra i due non c’è mai stato un rapporto caloroso, ma la comune opposizione a De Biasio ha favorito un riavvicinamento. Morelli non ha apprezzato l’autonomia con cui il consigliere uscente si è mosso per garantire a Roberto Sergio un rinnovo del suo incarico (quindi sfilare a Rossi la poltrona a cui ambisce).

Le altre strade

Certo, la Lega dovrà fare i conti con la disponibilità – decisamente scarsa – di FdI in termini di concessioni di posti di peso a viale Mazzini. «Piuttosto, se i voti diminuiscono, c’è il rischio che qualcuna delle tante direzioni che hanno ottenuto l’anno scorso le perdano» è il ragionamento che filtra dal settimo piano.

Il ticket che i dirigenti di rito meloniano preferiscono di gran lunga resta quello con FI, Rossi ad e Simona Agnes presidente. Piuttosto, per accontentare l’appetito dei salviniani, vengono evocate altre poltrone da assegnare per compensare la presidenza mancata. Per esempio un’eventuale direzione generale editoriale, per cui si fa il nome di Marcello Ciannamea, oggi al Prime time. Ma si tratta di uno scenario che parte in salita dopo la gestione dell’ultimo Sanremo da parte del dirigente pugliese, che ai leghisti è piaciuta poco.

A via Bellerio si rimprovera a Ciannamea anche di aver fatto orecchie da mercante rispetto ad alcune richieste della Lega. Nonostante questo, il suo resta l’unico nome spendibile per la direzione unificata tra Day time e Prime time. La superdirezione è anche nei piani di Rossi e dei meloniani, che però vorrebbero affidarla ad Angelo Mellone, attualmente alla guida del Day time.

Tutto di là dal venire, considerato che non c’è ancora neanche un consiglio d’amministrazione né un ad. Ma è chiaro che la Lega vorrà un incarico di peso nella nuova Rai: l’alternativa, se le direzioni Day e Prime time andassero a FdI, sarebbe quella degli Approfondimenti, il genere che più ha sofferto dell’impoverimento della Rai in termini di volti noti.

Agli adii di peso si è aggiunto ieri quello di Antonio Di Bella, approdato a Tv2000. Per presidiare quel che resta dell’Approfondimento, in zona Salvini si fanno i nomi di Francesco Giorgino, rientrato in Rai sotto l’ala protettrice della Lega, e di Milo Infante, molto quotato grazie ai suoi buoni ascolti, ma considerato più a suo agio in conduzione che in direzione.

«Ma se si riapre tutto, tanto vale ridiscutere ogni incarico» spiegano i leghisti, pronti a vender cara la pelle. Tra le poltrone in scadenza e di sicuro interesse per la Lega in cerca di riscossa ci sono Rai Sport, dove Jacopo Volpi lascerà alla fine delle Olimpiadi, ma anche Paolo Petrecca è già quasi alla fine del suo triennio a Rai News. Poi i salviniani coltivano l’ambizione di mantenere il controllo del Gr e della Tgr. Ma la trattativa per le nomine si preannuncia durissima.

Per non parlare dei prossimi palinsesti da compilare entro luglio: le firme saranno quelle di Rossi e Sergio, e il dg vorrà dire la sua su molti spazi della programmazione, ma l’ad non ha intenzione di mollare su tutta una serie di conduzioni chiave. Come riusciranno a trovare un compromesso in queste condizioni è tutto da vedere.

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