L’accordo sulle crisi migratorie stoppato dall’Italia. Tajani: «Servono approfondimenti». L’ottimismo della presidenza spagnola, Piantedosi lascia Bruxelles e vola a Palermo per incontrare i ministri di Libia e Tunisia
Slitta l’accordo Ue sulle crisi migratorie, atteso oggi. L’Italia ha chiesto tempo per valutare il nuovo compromesso proposto dalla presidenza spagnola per incontrare le posizioni della Germania, in particolare sulle tutele ai migranti e sul ruolo delle Ong nelle situazioni di crisi. Sarebbe proprio il nodo delle Ong ad aver fatto saltare il banco, quando sembrava che con il sì della Germania l’accordo avesse i numeri.
La commissaria europea agli Affari Interni Ylva Johansson e il ministro dell'Interno spagnolo Fernando Grande-Marlaska, per la presidenza del Consiglio Ue, in conferenza stampa a Bruxelles al termine del Consiglio Affari Interni sul punto hanno preferito non rispondere.
Per Johansson «non ci sono grandi ostacoli, c'era una maggioranza ampia sulla proposta. Raggiungeremo un accordo nei prossimi giorni». «Non ho altro da aggiungere. Raggiungeremo un accordo nei prossimi giorni», ha ripetuto Grande-Marlaska.
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha lasciato il Consiglio anzitempo, senza rilasciare dichiarazioni, alla volta di Palermo dove nella sede della prefettura ha incontrato gli omologhi di Libia e Tunisia.
«L'Italia non ha detto no – spiega da Berlino il ministro degli Esteri Antonio Tajani - abbiamo chiesto tempo per esaminarla come lo hanno chiesto tutti. Ricordo che la proposta è arrivata questa mattina, non un mese fa. Il tempo è quello normale di una valutazione più approfondita dal punto di vista giuridico, sentendo anche l'opinione degli altri componenti del governo».
A Berlino Tajani ha incontrato l’omologa tedesca Annalena Baerbock. La Germania ha ribadito il suo sostegno all'impegno dei volontari che salvano vite nel mar Mediterraneo. Ma il governo italiano insiste sul “pull factor” delle Ong: più salvataggi significano più sbarchi, sebbene anche i dati del Viminale dicano il contrario. Nei giorni scorsi i toni tra le due capitali si erano scaldati per via dell’annuncio del finanziamento del governo tedesco alle Ong. Baerbock è stata categorica: i volontari che si impegnano a salvare le vite dei naufraghi nel mar Mediterraneo «hanno il nostro sostegno. Abbiamo tutti visto le immagini da Lampedusa. La situazione è insostenibile ed è una grande sfida per l'Italia». «Ogni persona annegata non è solo un numero nelle statistiche – ha aggiunto – ma un padre, un figlio, un amico. Almeno 2.300 persone sono morte dall'inizio dell'anno: sono 2.300 destini, persone, speranze per un futuro migliore. Questo non deve diventare routine».
«Nessuno fa la guerra alle Ong - ha replicato Tajani - ma non possono essere una sorta di calamita per attrarre migranti irregolari che poi, guarda caso, vengono portati sempre e soltanto in Italia perché è il porto più vicino. Le navi delle Ong possono fare soccorso in mare, ma non si può trasformare l'Italia nel luogo dove tutte le Ong accompagnano i migranti, anche perché i migranti non vogliono venire in Italia».
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