Elisabetta Piccolotti di Sinistra italiana è entrata alla Camera al posto del collega di partito, ex deputato e responsabile economia di Si, Giovanni Paglia. È l’ultimo effetto collaterale del Rosatellum, la legge elettorale con la quale si è votato alle elezioni politiche del 25 settembre.

Dopo quasi due settimane dal voto c’è ancora incertezza sui parlamentari eletti nella XIX legislatura. Entro sabato 7 ottobre l’ufficio nazionale centrale della Cassazione ufficializzerà seggi ed eletti, ma nel frattempo poco più di dieci candidati rimangono in bilico.

Piccolotti è stata per diversi anni assessore nella giunta comunale di Foligno, in Umbria. Nel 2009 ha contribuito a fondare Sinistra, ecologia e libertà (Sel) dell’ex governatore pugliese Nichi Vendola, insieme all’attuale marito Nicola Fratoianni. È stata candidata alla Camera anche nel 2018, ma non ha conquistato il seggio.

Esclusi e salvati

Il vecchio manifesto della Lega di Umberto Bossi / Foto AGF

Oltre a Piccolotti, il caso più eclatante è stato quello del fondatore della Lega, Umberto Bossi. Prima escluso e poi eletto nel collegio Lombardia 2. Insieme a lui è stato riabilitato anche il tesoriere del partito Giulio Centemero.

Altri, invece, hanno avuto la sorte di Paglia, quindi non entreranno in parlamento: la leghista Annalisa Tardino, candidata ad Agrigento (al suo posto è entrato Giuseppe Provenzano, vicesegretario del Pd); Forza Italia, invece, ha perso Annarita Patriarca, al suo posto è entrato Francesco Emilio Borrelli, dell’alleanza Verdi-Sinistra. Enza Bruno Bossio, già deputata del Pd, non rientra, l’effetto flipper ha premiato Riccardo Tucci del M5s.

Il caso di Catanzaro

Anche un candidato under 35 del Pd, tra quelli voluti dal segretario Enrico Letta, non ce l’ha fatta: Caterina Cerroni in Molise non è stata eletta alla Camera. In Puglia verrà probabilmente ufficializzata l’elezione di Vitto De Palma al posto di Marcello Lanotte. Sono entrambi di Forza Italia, ma per effetto del flipper il secondo deve lasciare il posto al primo.

In Umbria, invece, Marco Squarta di Fratelli d’Italia potrebbe sorpassare Catia Polidori e Paola Marchetti. Ieri, invece, la Corte d’appello di Catanzaro avrebbe comunicato delle correzioni, rimuovendo un seggio del Pd alla Camera.

Malefico flipper

Foto AGF

Il cosiddetto “flipper”, conseguenza delle norme in vigore su resti e quozienti, ha messo in crisi gli uffici del Viminale. Il meccanismo agisce nella parte proporzionale degli eletti, soprattutto alla Camera, e nella ripartizione circoscrizionale. In ogni circoscrizione, a ciascuna lista viene attribuito un numero di seggi rispettivo ai propri quozienti e resti.

Ma contemporaneamente deve essere verificato che nel totale delle circoscrizioni non vi siano liste che hanno ottenuto più o meno seggi rispetto all’iniziale riparto nazionale. Se accade, l’Ufficio centrale nazionale della Cassazione, che raccoglie i dati che arrivano dalle singole Corti d’appello, deve sottrarre i seggi eccedenti alla coalizione o al partito.

Un meccanismo molto complicato che ha portato all’esclusione di diversi deputati, e alcuni senatori, nonostante inizialmente il Viminale avesse comunicato la raggiunta elezione. A questo si aggiunge il metodo con cui vengono raccolti i dati di Eligendo, il portale del ministero dell’Interno.

Vengono recuperati al telefono: i presidenti di seggio, durante la notte dello spoglio, comunicano i dati al proprio comune di riferimento, quest’ultimo poi li fornisce al Viminale. Un percorso farraginoso che non esclude incidenti.

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