Portare a zero le due aliquote 'super-ridotte' del 4 per cento e del 5 per cento, ridurre di due punti l'aliquota del 10 per cento e quella del 22 per cento. Matteo Salvini «nello spirito di assoluta collaborazione di questi giorni», mette sul tavolo la proposta di riforma dell'Iva targata Lega.

«Abbiamo fatto i compiti a casa al posto del presidente del Consiglio che nel giugno scorso, in occasione degli Stati generali, parlò di un taglio dell'Iva. Da allora non ne abbiamo notizie e abbiamo fatto noi. Speriamo che almeno in questo caso ci ascoltino», esordisce. «Sulla base degli ultimi dati di gettito», assicura Alberto Bagnai, «possiamo stimare che si lascerebbero nelle tasche degli italiani 20,2 miliardi di euro. L'aliquota media scenderebbe dal 15,6 al 13,4 per cento».

Il leader della Lega spinge perché Giuseppe Conte e compagni valutino il dossier. «Il taglio dell'Iva sarebbe una boccata d'ossigeno per famiglie e imprese. Si parla di un intervento di cui beneficerebbero tutte le categorie», insiste, «Altro che decreto ristori. Chiedete a Sangalli o Bonomi. Io credo che sul taglio dell'Iva davvero ci potrebbe essere l'unità nazionale», azzarda.

Nello specifico la proposta del Carroccio vale circa 20 miliardi: portare a zero le due aliquote 'super-ridotte' del 4 e del 5 per cento ha un costo di 4 miliardi, portare all'8 per cento l'aliquota del 10 per cento pesa per 7 miliardi, e per tagliare di due punti quella del 22 per cento servono 9 miliardi. «L'obiettivo è azzerare l'Iva su pane, latte, frutta e verdura e tagliare quella sulla carne sui vestiti. È un intervento richiesto da molte categorie e in linea con quanto fatto in altri paesi europei», è la linea.

Sulla revisione dell'Iva, in realtà, Roberto Gualtieri di recente ha messo il piede sul freno. «Va valutata attentamente», ha ammesso il ministro dell'Economia, ribadendo l'intenzione di inserire il dossier nel cantiere più ampio della riforma del fisco, andando avanti, per ora, con riduzione del cuneo fiscale e assegno unico per le famiglie.

A via XX settembre così come a palazzo Chigi non si esclude, poi, sia necessario un nuovo scostamento di bilancio per finanziare le nuove misure economiche di contrasto all'emergenza. Salvini vuole prima vedere le carte: «Devono prima spiegarci a cosa serve. Abbiamo già votare a favore in passato... Se si vogliono aiutare cittadini e imprese, se portano in aula un taglio di tasse i voti della Lega ci sono tutti, dal primo all'ultimo. Se portano altri monopattini elettrici o banchi a rotelle», avverte, «noi non ci siamo».

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