Non molla la presa sul Ponte sullo Stretto, Matteo Salvini. Intervenendo fuori dal senato, il leader della Lega ha detto di credere «davvero» che  l’opera possa essere approvata dal governo Draghi. «Pochi credevano nella ricostruzione del Ponte di Genova nei tempi previsti e invece è stato fatto», ha ricordato l’ex ministro dell’Interno che poi ha aggiunto di ritenere che il ponte potrebbe costare «sette miliardi» e creare «centomila posti di lavoro». Incalzato sul possibile nome da dare all’opera nel caso venisse realizzata, Salvini ha affermato sorridendo: «Si chiamerà il Ponte Draghi».

Quello del Ponte sullo stretto è un vecchio pallino trasversale della politica italiana. Negli ultimi mesi anche il leader di Italia viva, Matteo Renzi, ha chiesto a gran voce la realizzazione dell’opera.

«Peccato non tifi Roma»

Il leader leghista ha poi lodato il discorso tenuto da Draghi al senato dicendo che di avere apprezzato «tutto» dei contenuti esposti dall’ex presidente della Bce. A testimoniare la forte intesa sbandierata dal Carroccio con il presidente del Consiglio e la sua svolta europeista, Salvini ha detto «l’unica cosa che non mi piace è che tifa la Roma, però sul campo di calcio ognuno si tiene le sue bandiere». Bandiere che invece si fanno sentire nei rapporti con gli ex avversari politici oggi alleati di governo. «La nascita dell’intergruppo al Senato tra Pd, M5S e Leu? Mi sembra che non porti molta fortuna. Lo annunciano e ne perdono subito venti per strada». Il riferimento è alle fuoriuscite dei Cinque stelle. A tal proposito Salvini si è detto convinto che presto «altri parlamentari entreranno nel gruppo leghista».

«Sbagliato fermare l’Ilva»

Il segretario del Carroccio è inoltre intervenuto sull’ex Ilva a cui il Tar di Lecce ha ordinato di spegnere gli impianti a causa dell’inquinamento prodotto dai suoi lavori. Secondo Salvini, «una potenza economica come l’Italia non può fare a meno dell’acciaio. Non è pensabile fermare tutto a Taranto, anche perché non fai le bonifiche, quindi la gente continua ad ammalarsi, e non dai lavoro». 

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