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Roberto Saviano: «Cospito non doveva andare al 41 bis e le mafie se ne approfittano»

Roberto Saviano (Cecilia Fabiano/LaPresse)
Roberto Saviano (Cecilia Fabiano/LaPresse)
  • Il giornalista racconta che le mafie si approfittano «del varco». Ed «è accaduto anche dopo le mazzate di Santa Maria Capua Vetere». La «lettura mafiologica», ha proseguito, «dell’avvicinamento di un detenuto per portare avanti il loro profitto è corretta, è accaduto sempre».
  • La rivelazione di Donzelli grazie alla relazione che gli ha passato il sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove, prosegue, «è utile, aldilà del fatto che non doveva farlo, come analisi storica. Anche Riina ebbe il coraggio di dire “io sono come Tortora”».
  • Dal punto di vista dell’esecutivo, ha risposto a Domani, «c’è una strumentalizzazione totale. Ovviamente non sa gestire in real modo le emergenza e vuole dare in pasto al suo elettorato una visione securitaria che mai come in questa vicenda non c’entra niente»

«Se quello che ha detto il deputato Giovanni Donzelli fosse confermato, è tipico. Le mafie cercano proprio di inserirsi dove c’è un errore, dove il passo scricchiola, e cercano di sfruttare l’occasione. Alfredo Cospito al 41 bis non ci doveva andare». Roberto Saviano parla ai giornalisti e agli amici che hanno voluto esserci fuori dall’aula del processo dove è imputato per diffamazione su querela del ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Lo scrittore di Gomorra, all’indomani delle rivelazion

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