Sono chiamati centri, nei fatti sono carceri per chi non ha commesso reati, ma è solo privo di documenti. Associazioni e avvocati mettono in dubbio la loro costituzionalità. Negli ultimi tre anni ci sono stati nove morti
Il potenziamento dei Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr), così come previsto nei decreti approvati dal governo, non è una novità nel contesto italiano. La detenzione amministrativa come elemento strutturante la politica migratoria è ormai una costante di tutti i governi, di qualsiasi orientamento politico, dal 1998 in poi. Basti pensare che nel 2017 l’allora ministro dell’Interno di un governo di centrosinistra, Marco Minniti, aveva ribattezzato i Centri di identificazione e di espulsio



