In Sudan, la comunità internazionale preme per una sospensione delle ostilità di 72 ore in occasione della festa musulmana di Eid al Fitr. Le forze ribelli, chiamate “Rapid support force” (Rsf), hanno accettato il cessate il fuoco, le truppe governative non hanno ancora fornito una risposta. Nel frattempo le Nazioni unite parlano di almeno 300 morti negli scontri. Due precedenti tentativi di cessate il fuoco sono falliti negli ultimi giorni.

I combattimenti durano da una settimana e vedono contrapposte le due figure più influenti del paese: il generale Abdel Fattah al Burhan, comandante in capo delle forze armate e presidente di fatto del paese, e il generale Mohamed Hamdan Dagalo, leader del gruppo Rsf e suo principale rivale.

Il generale al Burhan ha escluso qualsiasi possibilità di trattativa con i ribelli. Il suo ufficio stampa ha fatto sapere che il generale ha ricevuto telefonate da numerosi leader e ministri degli Esteri, compreso il segretario di Stato americano Anthony Blinken.

Secondo Cnn, invece, il gruppo paramilitare Rsf avrebbe ricevuto in questi giorni un nuovo sostegno da parte della Russia, che costituisce da tempo il suo principale sponsor. In particolare, le milizie avrebbero ricevuto missili antiaerei dal gruppo Wagner. L’aviazione sudanese, infatti, ha più volte colpito le basi dei miliziani ed è uno dei principali vantaggi che le forze governative hanno sui ribelli.

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