- Il ministero dell’Istruzione risponde alle critiche dei sindacati e all’articolo di Domani: dice che di fatto le sue decisioni non peggiorano una situazione già grave, ma i suoi conti confermano gli accorpamenti che saranno pesanti soprattutto al sud.
- Le tabelle allegate dal ministro mostrano in modo inequivocabile la riduzione delle scuole a partire dall’anno 2024-2025. Una riduzione che non prevede in modo automatico la riduzione degli edifici scolastici, ma che secondo i sindacati potrebbe esserne una probabile conseguenza.
- La manovra economica stabilisce che se entro il prossimo anno non sarà raggiunto un accordo tra governo e conferenza stato regioni sul numero di scuole da assegnare a ciascuna regione, un’eventualità ritenuta da tutti gli attori molti probabile, il ministro dell’Istruzione e dell’Economia agiranno in autonomia.
In un comunicato stampa il ministero dell’Istruzione smentisce la chiusura delle scuole denunciata dai sindacati e da Domani, ma le tabelle che ha allegato confermano il taglio. «La norma da noi proposta non prevede chiusure di plessi scolastici – scrive Valditara – Ma l’efficientamento della presenza della dirigenza sul territorio». Le tabelle allegate dal ministro, però, mostrano in modo inequivocabile la riduzione delle scuole a partire dall’anno 2024-2025. Una riduzione che non prevede in



