«Inagibilità politica»: il sindaco eletto con il centrosinistra nel capoluogo tarantino a inizio giugno si dimette alla vigilia di una riunione cruciale per il futuro dell’ex Ilva dopo una riunione con gruppi di ambientalisti. Ha venti giorni per tornare sulla decisione
Il sindaco di Taranto Pietro Bitetti si è dimesso lunedì sera. Il primo cittadino ha denunciato una situazione di «inagibilità politica». Bitetti si è dimesso dopo le contestazioni ricevute proprio in queste ore nel corso dell'assemblea con le associazioni ambientaliste sulla questione dell'ex Ilva: la decisione arriva all’indomani di un consiglio comunale monotematico del 30 luglio chiamato a discutere dell’accordo sulla decarbonizzazione proposto dal governo e del vertice al Mimit del 31 luglio sullo stesso accordo interistituzionale che dovrà recepire le indicazioni degli enti locali.
La contestazione degli ambientalisti è stata molto dura. Un gruppo di manifestanti ha bloccato il passaggio al sindaco, gridando «assassini, assassini». Bitetti è dovuto rientrare nel Municipio per motivi di sicurezza. «Abbiate rispetto delle nostre lacune - aveva dichiarato -. Stiamo prendendo appunti per capire ogni aspetto di questa vertenza così complessa». Il primo cittadino aveva dato disponibilità a incontrare altri rappresentanti delle associazioni la mattina seguente, ma il confronto non avrebbe dato i risultati sperati.
Oltre al consiglio comunale del 30 sull’Ilva è in programma anche un vertice monotematico al Mimit il giorno successivo. L’assenza del sindaco rischia ora di lasciare un vuoto istituzionale in un passaggio cruciale per il futuro della città. Come previsto dalla legge, Bitetti ha ancora venti giorni di tempo per confermare o ritirare le dimissioni.
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