«Me l’ha detto il ministro Sangiuliano chiamandomi al telefono». Roy Biasi, il sindaco leghista di Taurianova, svela, in un’intervista rilasciata ad Approdo Calabria, l’autore della “soffiata” sulla città vincitrice del titolo di capitale italiana del libro. E ora che il bandolo della matassa è stato trovato, tocca al ministero di via del Collegio Romano dare delle spiegazioni e darle principalmente alle quattro amministrazioni finaliste (Trapani, Grottaferrata, Tito e San Mauro Pascoli) che gli hanno chiesto la sospensione in autotutela della procedura e un incontro urgente.

Fonti interne al Mic, intanto, confermano: la giuria ha deliberato il nome della città vincitrice il 6 febbraio e lo ha comunicato al ministero che, per cortesia istituzionale, lo ha a sua volta anticipato al sindaco Biasi. Tuttavia perché non annunciare tutto ufficialmente (o avvisare anche gli altri finalisti)? Sempre in base alle indiscrezioni del Mic, l’obiettivo era dare giusta visibilità mediatica alla notizia: considerata la “contemporaneità” con il festival di Sanremo era stato deciso che la comunicazione a mezzo stampa sarebbe dovuta avvenire solo al termine della manifestazione canora. Ma poi, si sa, è intervenuto il sottosegretario al Lavoro e senatore del Carroccio Claudio Durigon, che il 9 febbraio si è pubblicamente congratulato con Taurianova per la vittoria, e l’effetto sorpresa è venuto meno. Un vero e proprio “pasticcio” leghista.

«MANCA ANCORA IL DECRETO»

Fatto sta che oggi i comuni, oramai esclusi dalla gara, per la quale sul tavolo ci sono 500mila euro da investire in iniziative sulla lettura, hanno ancora di più l’amaro in bocca, continuando a non vederci chiaro. «C’è sempre stata una cerimonia ufficiale per queste cose – spiega a Domani il vicesindaco di Tito, in provincia di Potenza, Fabio Laurino –. E invece noi abbiamo a che fare con soffiate e anticipazioni, comunicazioni rese ufficiali a mezzo stampa nella totale assenza di un decreto di ufficializzazione della vittoria. Ci aspettiamo – continua Laurino – che il ministro Sangiuliano ci risponda a stretto giro».

A confermare almeno indirettamente la ricostruzione di Rocco Biasi non ci sono soltanto le indiscrezioni ministeriali, ma anche le parole del presidente della commissione giudicatrice e cioè del letterato calabrese Pierfranco Bruni che, tra le altre cose, mette subito le mani avanti, volendo escludere probabilmente un eventuale conflitto d’interessi. «Io non sono mai stato a Taurianova». Il bando a cui le amministrazioni hanno partecipato prevede, del resto, che «i componenti della giuria non devono avere avuto rapporti di collaborazione di alcun genere nei due anni precedenti con i Comuni».

Ma torniamo allo “spoiler”. Su questo, come si diceva, il presidente della giuria Bruni non usa mezzi termini: «Garantisco per me e per tutti gli altri membri della commissione, nessuno di noi ha fatto trapelare gli atti del nostro lavoro, chiusosi il 6 febbraio».

«BANDO DISCREZIONALE»

Perplessità, infine, le suscita anche una norma (il comma due dell’articolo due) del bando della Direzione generale biblioteche e diritto d’autore – e proprio al diritto d’autore è delegata la sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni – a cui le città hanno partecipato per potersi vedere attribuito il titolo di città italiana del libro per quest’anno. «Il dossier deve inoltre indicare le iniziative, con particolare riferimento ai “Patti locali per la lettura”, poste in essere dal Comune candidato, nel triennio 2021-2023, ai fini del riconoscimento della qualifica di “Città che legge” da parte del Centro per il libro e la lettura». In altre parole, ai fini della documentazione da produrre per concorrere alla gara, c’era bisogno di presentare anche il titolo di “Città che legge” nel triennio 2021-2023, qualifica assegnata dal Cepell, il Centro per il libro e la lettura, al fine di promuovere e valorizzare quelle amministrazioni comunali impegnate a svolgere con continuità sul proprio territorio politiche pubbliche di promozione dei libri. Tuttavia la città di Taurianova non è presente nell’elenco di “Città che legge” né per il biennio 2022-2023 né per quello 2021-2022.

Un punto oscuro, superato però dalle parole del presidente della giuria Pierfranco Bruni: «Il bando prevede anche una certa discrezionalità di scelta». Ma a voler essere precisi il documento non parla di mera discrezionalità, bensì del fatto che «la giuria, in sede di prima convocazione, può individuare ulteriori specificazioni dei criteri di valutazione». «Noi della giuria – prosegue Bruni – abbiamo valutato positivamente il progetto presentato da Taurianova, abbiamo optato per incoraggiare un territorio a crescere dal punto di vista culturale, anche in modo che la sua biblioteca possa riaprire e rinascere».

LE CONGRATULAZIONI DEL CARROCCIO

Una rinascita, da tutti auspicata, che però sembra partire male. Nonostante questo le congratulazioni alla città di Taurianova non sono mancate. In primis quelle del leader del Carroccio Matteo Salvini, che ha parlato di «crescita e ulteriore sviluppo turistico e culturale» e della sottosegretaria alla Cultura Borgonzoni, la quale ha ribadito che «la cultura è uno strumento imbattibile contro la criminalità». Sarebbe d’accordo Antonio Renda, socialista critico e simpatizzante del Sindacalismo rivoluzionario, ricordato per gli attacchi al partito fascista di cui fu costretto a prendere la tessera negli anni Trenta, e di cui oggi la biblioteca di Taurianova porta il nome.

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