L’ex vice capogruppo alla Camera è stato travolto dal caos tra i meloniani nella regione in cui è stato assessore al Turismo. La decisione annunciata oggi dopo un battibecco alla Camera con Sbardella, deputato di FdI e commissario in Sicilia
Manlio Messina ha lasciato Fratelli d’Italia e ha conseguentemente annunciato anche l’addio al gruppo alla Camera. Nei prossimi giorni deciderà se proseguire il mandato da deputato nel gruppo Misto o rassegnare le dimissioni anche dal ruolo di parlamentare.
La decisione non è stata un fulmine a ciel sereno: a inizio marzo aveva lasciato l’incarico di vicecapogruppo di FdI a Montecitorio, finendo gradualmente ai margini del partito.
Il battibecco con Sbardella alla Camera
E che oggi fosse una giornata particolare, era chiaro a chi si aggirava in Transatlantico: Messina in due occasioni ha discusso animatamente con Luca Sbardella, altro deputato meloniano e commissario di FdI in Sicilia. Prima alla buvette, poi tra il Transatlantico e i corridoi di Montecitorio, i due hanno alzato i toni. Sbardella ha poi girato i tacchi ed è andato via. I due hanno preso direzioni diverse. Quasi una metafora della rottura definitiva.
I malumori erano insomma ai massimi livelli: il caos siciliano di Fratelli d’Italia ha toccato dal punto di vista politico, proprio l’ex assessore al Turismo in Sicilia e attuale deputato, che comunque non risulta coinvolto nell’inchiesta di Palermo. Era lui il punto di riferimento dei meloniani nell’isola.
Di sicuro, come raccontato da Domani, Messina aveva un legame stretto con Carlo Auteri, consigliere regionale in Sicilia, anche lui fuoriuscito da FdI dopo le inchieste pubblicate da questo giornale sui fondi pubblici destinati ad associazioni riconducibili ai suoi familiari. Un caso poi deflagrato con l’audio diffuso da Ismaele La Vardera, consigliere regionale di opposizione, in cui Auteri usava parole pesanti per chiedergli di non denunciare la vicenda.
Già in quei giorni, Il Fatto quotidiano aveva rivelato il litigio con il responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli. Messina aveva chiesto la difesa di Auteri, mentre il partito aveva deciso di scaricarlo. La tensione era stata smussata dall’intervento dei vertici di FdI.
Ma le inchieste in Sicilia, che hanno coinvolto il presidente dell’Assemblea regionale, Gaetano Galvagno, non hanno contribuito a rasserenare gli animi. Anche perché è stato il meccanismo della gestione del turismo a sollevare perplessità, facendo vacillare la cosiddetta “corrente turistica” del partito di Giorgia Meloni.
La stella di Messina si era appannata da tempo, dunque. Nei mesi scorsi era addirittura indicato come possibile ministro del Turismo, in caso di dimissioni di Daniela Santanchè, o possibile capogruppo alla Camera dopo la nomina di Tommaso Foti a ministro. Ipotesi sgonfiate dietro la perdita di gradimento da parte dei vertici del partito.
Le dimissioni di Messina da FdI
«Comunico la mia decisione di lasciare il partito Fratelli d'Italia e di rassegnare le dimissioni dal gruppo parlamentare. Non aderirò ad altri partiti, né ora né in futuro», ha scritto Messina in una nota.
Quindi, ha continuato il deputato siciliano «nei prossimi giorni valuterò con senso di responsabilità se proseguire il mio mandato parlamentare, continuando a sostenere il presidente Giorgia Meloni e il suo governo, oppure se concludere anticipatamente questa esperienza, lasciando anche il ruolo da deputato. Un'esperienza intensa, che ha rappresentato la mia passione e il mio impegno più autentico verso la politica, a cui ho dedicato gran parte della mia vita».
Il passaggio al gruppo Misto è stato ratificato già durante la seduta di oggi a Montecitorio. «Comunico che, con lettera pervenuta in data 31 luglio 2025, il deputato Manlio Messina, già iscritto al gruppo parlamentare Fratelli d'Italia, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare 'Misto', cui risulta pertanto iscritto», ha detto Giorgio Mulè, presidente di turno della Camera.
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