Il governo fa retromarcia sull’innalzamento del tetto del contante fino a cinquemila euro. La misura, prevista nella prima bozza del decreto Aiuti quater, discusso in Consiglio dei ministri, non è più presente nella nuova versione visionata da Domani, facendo segnare un’inattesa inversione di rotta sulla questione. Il comma, inserito inizialmente all’articolo 8 del testo, è stato cancellato, peraltro senza che nessuno lo annunciasse nella maggioranza né al governo. Così, nel caso di conferma della cancellazione della misura, il limite per l’impiego del contante resta a mille euro, come previsto dalla normativa attuale.

La Lega ha subito replicato, promettendo che dal 1° gennaio 2023 il tetto per l’uso del contante salirà a cinquemila euro. «La norma sarà inserita nella legge di Bilancio». La disposizione sarebbe stata espunta dal testo del decreto in quanto non avrebbe i requisiti d’urgenza.

Intervento contestato

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L’intervento era stato oggetto di polemiche, anche se la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, lo aveva difeso nel corso di una conferenza stampa, sostenendo che il tetto è penalizzante per «i più poveri».

In realtà, la soglia dei cinquemila euro era stata già frutto di un compromesso politico: la Lega, con una proposta di legge presentata dal deputato Alberto Bagnai, puntava a portarla addirittura a diecimila euro, innescando immediatamente le proteste delle opposizioni, con Giuseppe Conte che aveva parlato di favore a chi «portava in giro le valigette», in riferimento a possibili tangenti.

Battaglia in parlamento

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Il confronto nella maggioranza ha portato all’individuazione di un limite più basso, seppure con un sensibile innalzamento rispetto a quanto previsto attualmente. Poi, un po’ a sorpresa, è arrivato il passo indietro.

Il partito di Salvini promette che la norma sarà inserita nella manovra, che il governo potrebbe discutere lunedì in Consiglio dei ministri. In ogni caso, la misura potrebbe rientrare durante la conversione del decreto in parlamento, con la presentazione di emendamenti mirati a modificare la norma. Facile immaginare che i leghisti daranno battaglia, essendo un loro obiettivo. Ma l’aggiornamento del testo è indicativo di un cambiamento di rotta.

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