Il nuovo senatore del collegio uninominale di Trento è il civico Pietro Patton, ma la vera sorpresa è l'alleanza che l’ha sostenuto. Il Pd Trentino, infatti - con il placet di quello nazionale - ha stretto un accordo con il Terzo polo di Carlo Calenda su tutti e tre i collegi senatoriali uninominali della provincia.

In questo modo l’alleanza di centrosinistra ha riconquistato il collegio senatoriale del capoluogo, storicamente del Pd fino alle elezioni del 2018: Patton, infatti, ha sconfitto la candidata leghista Martina Loss, eletta alla Camera alle suppletive del 2019 e che non tornerà in parlamento.

L’accordo

L’accordo trentino è nato sulla base di un presupposto: il taglio dei parlamentari ha ridotto la rappresentanza regionale, eliminando al Senato gli eletti in quota proporzionale. Proprio questo ha aperto la strada all’alleanza territoriale con il simbolo Alleanza democratica autonomista e all’interno tutti i simboli, compreso quello di Azione. A favorirla, il fatto che la lista civica Campo Base abbia minacciato di sfilarsi dalla coalizione di centrosinistra se l’accordo con i centristi non fosse andato in porto.

A permettere di chiudere l’accordo su Trento è stata anche la scelta di un candidato civico e non proveniente dal capoluogo come Patton, che ha catalizzato anche una quota del voto delle valli, indispensabile per vincere vista la competizione anche del Partito autonomista con un proprio candidato.

Le difficoltà

L’alleanza che ha ottenuto successo a Trento è stata fatta anche per i collegi di Rovereto e Pergine e a Rovereto la vittoria è stata sfiorata per un soffio. Nel Trentino meridionale, la candidata al Senato era la senatrice uscente Donatella Conzatti, che ha sfidato la pasionaria berlusconiana poi passata coi moderati, la bolzanina Michela Biancofiore, perdendo per poco più di 200 voti. Fonti interne, infatti, danno per certa la richiesta di riconteggio delle schede.

Proprio il testa a testa di Rovereto è stato il più avvincente. Conzatti, infatti, pur venendo dalla storia politica della Margherita, nel 2018 era stata eletta in quota centrodestra, con Forza Italia e su sponsorizzazione di Biancofiore. Poi, nel corso della legislatura, ha lasciato il centrodestra per Italia Viva di Matteo Renzi ed è riuscita ad ottenere la ricandidatura nel collegio, questa volta sul fronte del centrosinistra e non senza polemiche all’interno del Partito democratico.

Superati gli scetticismi iniziali, Conzatti ha sfiorato a vittoria e il secondo collegio senatoriale per il centrosinistra. La sfida è terminata con 33.601 voti per Biancofiore e 33.384 per Conzatti. «Michela dà e Michela toglie», è stato il caustico commento di Biancofiore.

Il futuro

In attesa di conoscere i risultati per il proporzionale alla Camera, per il Trentino si apre subito una nuova fase politica in vista delle elezioni provinciali del 2023. Attualmente la provincia è governata dalla Lega, con Maurizio Fugatti, ma l’accordo al Senato e il buon successo di Patton sono le fondamenta su cui il centrosinistra proverà a ricostruire la rimonta.

Il nome del candidato ancora non c’è, ma se alla vigilia delle politiche il rischio era l’implosione del campo progressista locale, ora il tavolo è tornato unito. A mancare, per ora, è però l’appoggio del Partito autonomista, che alle politiche ha condiviso, accodandosi, la strategia “block-frei” dei cugini altoatesini della Svp.

Lo stesso potrebbe fare anche in vista delle prossime provinciali, come già successo nel 2018, quando questa scelta – dopo anni di alleanza tra Pd, centristi e autonomisti per il governo della provincia – ha determinato la vittoria leghista.

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