Davide 24 anni, Laura 27, Alessandro 21, attivisti per il clima di Ultima Generazione, il 12 maggio andranno a processo per aver imbrattato Palazzo Madama. Il ministero della Cultura retto da Gennaro Sangiuliano a quanto risulta a Domani si costituirà parte civile per i danni, così come farà il Senato.

Ignazio La Russa aveva infatti annunciato che anche l’istituzione da lui presieduta si sarebbe costituita parte civile, e la decisione è stata presa durante un Consiglio di presidenza convocato d’urgenza il 3 gennaio. Il presidente ha chiesto se erano tutti d’accordo.

Il Movimento 5 stelle ha provato a dire di no: «Noi siamo gli unici a esserci opposti alla costituzione di parte civile», spiega la senatrice Mariolina Castellone. Dovrebbe essere contestato sia il danno materiale sia il danno di immagine. Nemmeno il Pd, rappresentato in quella sede solo da Valeria Valente, confermano più fonti del Senato, si è opposto.

La posizione degli attivisti si fa ogni giorno più delicata. La scena aveva fatto il giro del web: lo scorso 2 gennaio, i tre membri di Ultima generazione avevano spruzzato vernice arancione su palazzo Madama. Come hanno ribadito più volte, la loro intenzione era denunciare l'incapacità del governo italiano di affrontare l'emergenza climatica, ma ora dovranno rispondere di danneggiamento aggravato in concorso di più persone. Davide e Alessandro, anche per aver violato il foglio di via da Roma. I due attivisti infatti avevano partecipato a un’altra azione nella capitale.

Se riconosciute accusa e aggravanti, rischiano fino a cinque anni di reclusione. Loro non hanno mai negato il loro gesto, e si sono detti sempre pronti ad andare incontro alle conseguenze. Quale sarà la cifra per i danni che contesteranno palazzo Madama e il ministero dei Beni culturali non è stato ancora reso noto.

Il presidio

Questo è solo uno dei processi in corso. Fra pochi giorni ci sarà la seconda udienza del processo in Vaticano per essersi incollati al basamento del Laocoonte, ma ce ne sono molti altri che andranno avanti nei prossimi mesi. Uno per ogni volta che hanno lanciato zuppa sui quadri, si sono incatenati ai cancelli dei palazzi storici, o hanno bloccato il traffico.

Che la politica non abbia intenzione di capire la loro protesta è chiaro non solo perché di recente ha inventato per loro il neologismo di «eco-vandali». Continuano a sommarsi anche i disegni di legge presentati contro di loro: da ultimo quello dello stesso ministro Sangiuliano per sanzionarli qualora si scaglino non solo contro i beni culturali, ma anche contro le teche, i basamenti e tutti i palazzi storici.

Gli attivisti, che hanno iniziato a organizzare anche manifestazioni più tradizionali come concerti e conferenze, per domani hanno convocato un presidio davanti al Tribunale, a piazzale Clodio. Hanno già aderito Amnesty International, Greenpeace, Extinction Rebellion, Fridays for Future, Scientist Rebellion, Cambiare Rotta, Legal Team, Rinascimento Green e Rete Studenti Medi.

Dal mondo della politica hanno comunicato la loro partecipazione la senatrice Ilaria Cucchi (Alleanza verdi e sinistra); il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni; il senatore Peppe De Cristofaro (Sinistra Italiana); il co-portavoce dei Verdi, Angelo Bonelli, l’ex ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio; Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni. Appoggio pubblico anche dai partiti Europa Verde e Rifondazione Comunista.

La segretaria del Pd, Elly Schlein, a più riprese si è dimostrata comprensiva, e prima dell’elezione al vertice del partito aveva avuto anche un incontro con loro. Ma da allora non c’è stata notizia di nuove mosse di avvicinamento.

Nei giorni scorsi intanto sono continuate le azioni di protesta. Una settimana fa le attiviste hanno bloccato a seno nudo la centralissima via del Tritone a Roma: «Diranno forse che siamo oscene. Ma io mi chiedo. Siamo oscene? Osceno è quello che è successo ieri in Emilia-Romagna – hanno detto ricordando le esondazioni e i danni del maltempo – e il governo, che sa che questi eventi estremi continueranno a succedere e nonostante ciò continua a investire nelle fonti fossili».

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