Italia

Urne e casse vuote. Il Terzo Polo non è un buon affare per Italia viva e Azione

  • Prima di capire come andrà a finire la telenovela terzopolista in tanti preferiscono tenere i soldi in tasca, perché, in caso di reale fusione, dovrebbero poi essere messi in comune.
  • Nello scorso gennaio solo 4 parlamentari di Italia viva hanno effettuato la donazione alle casse del partito. Non è andata molto meglio a febbraio. Mentre tra i donatori di Azione non figura mai Gelmini.
  • I big dell’imprenditoria e della finanza, a cominciare dal finanziere Davide Serra, non figurano nell’elenco. Solo Gianfranco Librandi ha destinato 50mila euro a entrambi i partiti.

Una certa cautela sulla nascita del Terzo Polo è nei fatti, o per meglio dire nelle casse dei partiti che dovrebbero fondarlo. Così, prima di capire come andrà a finire la telenovela terzopolista in tanti preferiscono tenere i soldi in tasca, perché, in caso di reale fusione, dovrebbero poi essere messi “in comune”. E senza garanzie meglio non correre il rischio. Ai buoni propositi delle dichiarazioni, almeno fino alle frizioni degli ultimi giorni, non corrisponde insomma un’apertura del port

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