Aggiornamento 21/01

Il governo ha approvato all’unanimità un decreto legge che consente lo spostamento dei grandi elettori positivi al Covid-19 o sottoposti a misure di quarantena e autosorveglianza per partecipare alle votazioni per il presidente della Repubblica.
Deputati, senatori e delegati regionali potranno recarsi con mezzi privati fino a Roma, senza avere contatti con nessuno che non siano gli addetti al voto. Una volta in città, potranno recarsi in uno spazio organizzato nel parcheggio della Camera, dove saranno presenti questori e funzionari che sorveglieranno le operazioni di voto.


La conferenza dei capigruppo della Camera ha dato il via libera al voto dei positivi. Ora la palla passa al governo, che con una legge ad hoc dovrà permettere ai grandi elettori di raggiungere Roma. 

«C'è la necessità di una norma del governo che permetta lo spostamento dei positivi. Questa richiesta è stata ripetuta dall'intera capigruppo e dal presidente, al ministro per i Rapporti con il Parlamento, D'Incà, ed è stata già ipotizzata, qualora arrivasse questa norma del governo, la modalità con cui la Camera farebbe votare i positivi», ha detto al temine della riunione il portavoce del presidente Roberto Fico, Carlo Passarello.

La realizzazione

Appena arriverà la decisione, partiranno i preparativi operativi per organizzare un seggio “drive through” sul modello di quelli utilizzati per fare i tamponi: la postazione sarà piazzata nello spazio del parcheggio di via della Missione, alle spalle del palazzo che ospita i gruppi parlamentari. Lo spazio di pertinenza della Camera presenta la segretezza, la sicurezza e la contestualità del voto che nei giorni scorsi erano stati i presupposti più discussi nella trattativa sull’opportunità di far votare i positivi. 

Nel parcheggio allestito a drive in elettorale sarebbero presenti due segretari d'aula e dei funzionari della Camera. Resta da capire dove far alloggiare i grandi elettori in arrivo a Roma: l’ipotesi più accreditata in queste ore è quella di individuare un Covid hotel nei pressi di Montecitorio. 

I precedenti

La deroga del governo non dovrebbe però valere per i grandi elettori isolani privi di green pass che avevano presentato un ricorso alla Consulta per recarsi al seggio, poi respinto. Attualmente, infatti, per salire a bordo dei traghetti è richiesto il super green pass ottenuto tramite guarigione o vaccinazione.

Che del resto la decisione su come gestire i positivi e i No-vax spetti alle camere, è stato ribadito anche dalla Corte costituzionale. Nella decisione in cui dichiara inammissibile il ricorso di cinque parlamentari di Sicilia e Sardegna senza green pass e quindi impossibilitati ad andare in parlamento per votare, ha chiarito che «l'esercizio delle attribuzioni parlamentari deve essere garantito dai competenti organi delle Camere, nel rispetto della legislazione vigente».

Tradotto: spetta al legislatore - oppure al governo con decreto-legge - garantire il corretto esercizio del diritto di voto e non all'arbitro dei conflitti tra poteri dello stato.
Questa specificazione sarebbe stata aggiunta all'ultimo minuto nell'ordinanza, che verrà depositata nei prossimi giorni, e suona come un monito a cui ora si sta facendo fronte.

Nei giorni scorsi, l’opportunità di far votare tutti era stata sostenuta da molti costituzionalisti, come il presidente emerito della Corte costituzionale Antonio Baldassarre, che ha definito parlando con l’AdnKronos «possibilissimo» il voto per i positivi con modalità apposite. È della stessa opinione Giovanni Guzzetta, professore di diritto pubblico all’università Tor Vergata: «Nulla impedisce che l’ufficio di presidenza decida di prevedere delle modalità di voto anche per coloro che risultassero positivi», salvo che venga approvato contestualmente anche un decreto legge del governo ad hoc permetta loro di spostarsi dall’abitazione al parlamento.

Sulla stessa lunghezza d’onda il costituzionalista Francesco Clementi: «Anche un parlamentare No-vax ha diritto di arrivare a votare: il suo diritto di voto non può essergli sottratto, non vanno aggiunti ulteriori requisiti per poterlo esercitare», ha detto all’Ansa. Quindi «i positivi e i quarantenati devono essere fatti partiti e una volta giunti a Roma va costruito un luogo fisico per farli votare». 

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