Se non ora quando? Conclude in un’intervista al Manifesto, il quotidiano comunista, Nicola Fratoianni. Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, rilanciando un’agenzia dell’Ansa, in pratica gli risponde mai: «L’emendamento alla manovra sull'introduzione di una patrimoniale è il frutto di una iniziativa libera ma individuale di alcuni deputati del Pd, che però non impegna il gruppo». Un commento firmato da generiche fonti Pd, ma pubblicato domenica pomeriggio dall’account Telegram ufficiale del segretario.

Accanto a quella di Fratoianni, sull’emendamento c’è la firma dell’ex presidente del Pd Matteo Orfini, che chiede l’appoggio del vice segretario Andrea Orlando e del ministro per il Sud Peppe Provenzano, per provare almeno a discuterne «laicamente».

L’emendamento

Il testo propone a decorrere dal primo gennaio 2021 di istituire un'imposta ordinaria sostitutiva sui grandi patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500.000 euro, derivante dalla somma delle attività mobiliari ed immobiliari, posseduta sia in Italia che all’estero, con un imposta progressiva a mano a mano che sale l’importo complessivo. Si va dallo 0,2 per cento per una base imponibile di valore compreso tra 500.000 euro e 1 milione di euro – quindi mille euro -, fino al 2 per cento per una base imponibile di valore superiore ai 50 milioni di euro, quindi da due milioni di euro in su con il crescere della somma.
Per l’anno 2021 inoltre, per una base imponibile superiore ad 1 miliardo di euro, l’aliquota è fissata al 3 per cento.
A questo si aggiunge una multa in caso di evasione: dal 3 per cento al 15 per cento dell’importo non dichiarato.

I firmatari

Il testo oltre a Orfini e Fratoianni riporta le firme di Chiara Gribaudo (Pd), Rossella Muroni (Leu), Erasmo Palazzotto (Leu), Luca Pastorino (Leu), Giuditta Pini (Pd), Fausto Raciti (Pd) e Luca Rizzo Nervo (Pd). Nonostante il numero nutrito di esponenti Pd, Zingaretti non dà l’appoggio del partito. Orfini ha detto a Repubblica: «La patrimoniale è una proposta giusta. Il Pd ne discuta. Laicamente. Non credo che il vice segretario Orlando o il ministro Peppe Provenzano possano esserne pregiudizialmente contrari».

Anche se poco più di due settimane fa, il ministro Provenzano aveva detto di non essere d’accordo: «Non ho mai detto di essere personalmente d'accordo sulla proposta di una patrimoniale. Ho detto invece di essere favorevole, a livello personale in quanto non rientra nell'accordo di Governo, a reintrodurre una forma di tassazione sulle successioni, nel caso di grandi ricchezze ereditate».

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha detto che la proposta di una patrimoniale «è da arresto immediato». Orfini ha replicato: «Combattere l'ingiustizia non è reato, sottrarre 49 milioni di euro agli italiani, lo è».

Fratoianni dal canto suo ha detto a Salvini di pensare piuttosto a camorra e ‘ndranghetisti, ricordando la sua recente foto con Domenico Scozzafava, che per la procura è uno «’ndranghetista fino al midollo».

Il Movimento 5 stelle

Con un post, anche Luigi Di Maio, ex leader dei Cinque stelle e ministro degli esteri, ha detto di no, prendendo la parola a nome di tutto il movimento. «Leggo dell’iniziativa parlamentare di qualcuno che vorrebbe introdurre una patrimoniale e dunque un’altra tassa per colpire imprese e lavoratori. Il MoVimento 5 Stelle è sempre stato fortemente contrario. Se vogliamo spazzare via le piccole tasse e liberarci dei cavilli burocratici ben venga, ma colpire imprenditori, commercianti e chi crea posti di lavoro in Italia è totalmente sbagliato».

In un momento come questo, conclude, «la politica deve dare, non chiedere. Ha già chiesto per anni, troppi anni. E ora abbia l’umiltà di dare il buon esempio: invece di bussare alla porta degli italiani inizi a tagliarsi i privilegi e gli stipendi. Questo paese ha bisogno di normalità, solo così potremo costruire un rapporto di fiducia tra stato e cittadini».

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