Strasburgo vota a favore della risoluzione presentata da My Voice, My Choice che ha raccolto oltre un milione di firme. Entro marzo 2006 la Commissione europea dovrà decidere se trasformare il mandato politico in un’iniziativa concreta. Lo strano caso degli eurodeputati che, contrari alla libertà di scelta delle donne, hanno votato, compatti, per il sì
«Abbiamo vinto!». Esultano così le attiviste e gli attivisti del movimento My Voice, My Choice, presenti alla votazione del Parlamento europeo che, mercoledì 17 dicembre, ad ampia maggioranza – con 358 voti favorevoli, 202 contrari e 79 astensioni – ha approvato la risoluzione per l’aborto sicuro e accessibile presentata su iniziativa dei cittadini europei. Con il voto su “My Voice, My Choice: for safe and accessible abortion” l’Europarlamento chiede alla Commissione di istituire un meccanismo finanziario volontario per aiutare le donne provenienti da Stati membri con restrizioni sull’aborto ad accedere a servizi sicuri e legali in altri paesi dell’Unione europea.
My voice, my choice
Il cuore della proposta riguarda l’istituzione di un meccanismo finanziario europeo volontario per sostenere l’accesso transfrontaliero ai servizi di aborto sicuro per chi ne è esclusa nel proprio paese. Il voto nasce da una grande mobilitazione sociale e da un contesto europeo segnato da forti disuguaglianze nell’accesso alla salute sessuale e riproduttiva. Gli eurodeputati hanno inoltre sottolineato il ruolo dell’Ue nel sostenere i diritti sessuali e riproduttivi e nel garantire informazioni sulla pianificazione familiare, contraccezione accessibile, aborti sicuri e assistenza sanitaria materna.
L’esito del voto rappresenta un passaggio politico decisivo sulla decisione della Commissione, prevista per marzo 2026. «Dopo diversi tentativi diretti ad affossare la mobilitazione di centinaia di migliaia di persone che hanno firmato l'iniziativa dei cittadini europei più veloce di sempre, persino provando a contestare vizi di forma, il Parlamento si è espresso in seduta plenaria, e ora vediamo chi è davvero dalla parte delle persone», dichiarano Matteo Cadeddu, Alice Spaccini e Federica Vinci, coordinatori dell'iniziativa My Voice, My Choice Italia, che ricordano: «Il lavoro non finisce qui».
Lo “strano” voto della destra italiana
Guardando il resoconto delle votazioni non si può non notare che i parlamentari della destra italiana abbiano votato a favore della risoluzione. Le destre che siedono al Parlamento europeo hanno cambiato posizione sull’aborto o hanno solo sbagliato a votare? Molto probabilmente la seconda ipotesi. Tra i votanti per il sì compaiono infatti Elena Donazzan, deputata del gruppo dei Conservatori e Riformisti europei, che affermava: «Mi è stata chiesta la mia posizione sull’aborto. Io sono per la vita».
E ancora Susanna Ceccardi, che parlava del «rispetto della sacralità della vita umana dal concepimento all'ultimo sospiro», Paolo Borchia che dichiarava: «Con i miei voti ho sempre cercato di dare battaglia contro pratiche che vanno contro ogni legge morale». E poi Flavio Tosi dei Democratici cristiani e il generale Roberto Vannacci, vicesegretario della Lega. Al momento non sono arrivate dichiarazioni ufficiali, ma dal Parlamento europeo trapela l’ipotesi che si sia trattato di un vero e proprio errore: «Ognuno avrà guardato l’altro e avranno sbagliato».
Nelle file del no ci sono i voti di eurodeputati appartenenti ai gruppi della destra e dell’estrema destra, come Conservatori e Riformisti (Ecr), Patrioti per l’Europa (Pfe), Europa delle Nazioni Sovrane (Esn) e Non Iscritti. Un solo voto contrario arriva dal gruppo dei Socialisti e democratici (S&D) e da Lucia Annunziata che, raggiunta da Domani, ha detto di aver sbagliato e di aver subito rettificato il voto per il sì, fornendo anche la prova dell’avvenuta rettifica. Tra gli astenuti figurano eurodeputati di Ecr, Pfe, Partito popolare europeo (Ppe) e Non iscritti.
Salis e Scuderi: «Mobilitazione straordinaria»
«Votare contro la garanzia di un aborto sicuro e accessibile è un atto profondamente odioso nei confronti delle donne e della libertà di ciascuna di disporre del proprio corpo», dice l’eurodeputata di Avs Ilaria Salis. Sul tema aggiunge: «Capisco che una persona possa decidere di non voler abortire: è una scelta assolutamente legittima e da rispettare. Trovo invece inaccettabile che si pretenda di imporre quelle convinzioni a tutte le donne».
Le destre oscurantiste, per Salis, «agitano lo spettro assurdo di “immigrati che vorrebbero imporci il loro stile di vita”, quando in realtà - come dimostra il voto di oggi - sono esattamente loro, queste “donne madri cristiane” con i loro uomini, a volerci imporre il proprio mondo». Benedetta Scuderi, europarlamentare di Europa verde, ricorda che questo voto nasce da una mobilitazione straordinaria: «Oltre un milione di firme raccolte con My Voice, My Choice hanno portato in Parlamento la realtà quotidiana di milioni di donne a cui l’aborto è ancora negato, con l’Italia che è stata il terzo paese in Europa per numero di firme».
Oggi l’Europarlamento ha scelto di stare «dalla parte dei diritti, riconoscendo che l’accesso all’aborto sicuro non è una questione ideologica, ma di salute, dignità e uguaglianza». Questo voto, però, non è un punto di arrivo: ora la responsabilità passa alla Commissione europea, che entro marzo 2026 dovrà decidere se dare seguito a questo mandato attivando un’iniziativa legislativa: «Noi continueremo a fare pressione perché questa spinta popolare si traduca in misure concrete, a partire da un meccanismo di sostegno, e diventi un diritto reale per tutte, ovunque, in Europa».
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