l’identità di una nazione

L’addio della Russia al Consiglio d’Europa era già scritto. Nella teologia

19 December 2019, Berlin: The flags of Russia (l-r), the EU and Ukraine, are on a table in the Ministry of Economy before a press conference after negotiations between Russia and Ukraine mediated by the EU and Germany. Russia and Ukraine have reached an agreement in principle on a new gas transit contract. Photo by: Paul Zinken/picture-alliance/dpa/AP Images
19 December 2019, Berlin: The flags of Russia (l-r), the EU and Ukraine, are on a table in the Ministry of Economy before a press conference after negotiations between Russia and Ukraine mediated by the EU and Germany. Russia and Ukraine have reached an agreement in principle on a new gas transit contract. Photo by: Paul Zinken/picture-alliance/dpa/AP Images
  • L’altro ieri il ministero degli Esteri russo ha annunciato che la Russia non parteciperà più alle riunioni del Consiglio d’Europa.
  • È questo forse l’esito definitivo di un complesso percorso che ha provato a integrare la Russia nelle istituzioni sovranazionali europee.
  • La regressione democratica legata all’ascesa di Putin non aveva mai messo in dubbio l’appartenenza della Russia alla famiglia europea che gravita attorno al Consiglio d’Europa.

Quando nel 1996 è stata data alla Federazione russa la possibilità di aderire al Consiglio d’Europa questa è stata vista come il riconoscimento della naturale identità europea della Russia, ma anche come un incentivo a una più celere transizione democratica. La Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali sarebbe poi entrata in vigore in Russia nel 1998, segnando una tappa fondamentale nella storia europea. L’altro ieri il ministero degli Esteri

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