I Talebani proclameranno a breve la nascita dell'Emirato islamico dell'Afghanistan. Lo riferisce l'agenzia di stampa Press association, citando una fonte dei talebani, secondo cui la dichiarazione verrebbe fatta dal palazzo presidenziale di Kabul. Il presidente Ashraf Ghani è scappato.

Boris Johnson, il premier del Regno Unito, ha chiesto che nessuno riconosca il loro governo: «Non vogliamo diventi terreno fertile per il terrorismo». La Nato, ha twittato Jeans Stoltenberg, il segretario generale, sta cooperando affinché le evacuazioni dei paesi alleati avvengano in sicurezza.

I corpi diplomatici di diversi paesi infatti stanno lasciando l’area. L’ambasciatore francese ha pubblicato un video mentre si allontana da Kabul a bordo di un aereo.

Secondo quanto riporta la stampa locale, i Talebani sono entrati nel palazzo presidenziale.

I leader afghani hanno creato un Consiglio di coordinamento per gestire il trasferimento del potere, dopo che l'offensiva lampo dei talebani ha colpito la capitale. In una dichiarazione pubblicata sui social media dall'ex presidente Hamid Karzai, si afferma che il consiglio sarà guidato dal capo dell'Alto Consiglio per la riconciliazione nazionale, Abdullah Abdullah, nonché dal leader di Hizb-e-Islami, Gulbudin Hekmatyar, e da lui stesso. La dichiarazione afferma che l'obiettivo è quello «di prevenire il caos e ridurre la sofferenza della popolazione», e gestire un «trasferimento pacifico» del potere. La notizia era stata riportata in precedenza dall'agenzia russa Ria Novosti che citava i talebani.

Emergency

Emergency ha fatto sapere che presso il suo ospedale della capitale sono arrivati 45 feriti ma al momento il personale dell’ospedale non è a rischio: «Non vediamo pericoli imminenti» rispondono a Domani. I feriti arrivano da Qarabagh, a oltre cento chilometri dalla capitale e lì la Ong ipotizza si trovino i combattenti.

La fuga del presidente

Il presidente dell'Alto Consiglio per la riconciliazione nazionale Abdullah Abdullah ha confermato in un video online che il presidente Ghani ha lasciato il Paese. «Ha lasciato l'Afghanistan in un momento difficile, Dio lo ritenga responsabile», ha detto Abdullah. Ashraf Ghani ha accettato di dimettersi, ha anticipato una fonte citata dall'agenzia russa Ria Novosti. Secondo la fonte, Ghani avrebbe spiegato la decisione con il fatto che «le operazioni militari a Kabul sono impossibili». Il presidente sarebbe volato in Tagikistan.

Gli Usa

Anche gli Stati Uniti scappano dall’Afghanistan: «Questa non è Saigon. Gli Stati Uniti sono riusciti nella loro missione di fermare gli attacchi contro gli Stati Uniti». Semplicemente «non è nel nostro interesse rimanere in Afghanistan» ha detto il segretario di Stato statunitense Antony Blinken secondo quanto riferisce The Guardian.

La bandiera americana all'ambasciata degli Stati Uniti a Kabul è stata rimossa. L'ambasciatore Usa e la bandiera sarebbero ora all'aeroporto di Kabul, unica via d'uscita dall'Afghanistan riporta il Guardian.

Molte persone, riporta Bbc, stanno scappando a bordo delle proprie auto. Il traffico è paralizzato, c’è chi sta provando a raggiungere a piedi l’aeroporto. Tra le persone in fuga non solo i civili. Un certo numero di alti funzionari afgani, tra cui alcuni consiglieri del presidente Ashraf Ghani, riporta la Cnn, sono arrivati nella sala Vip dell'aeroporto e stavano aspettando un volo da Kabul. La loro destinazione è sconosciuta.

La presa dell’Afghanistan, riferiscono più fonti, dovrebbe avvenire in maniera pacifica, ma la paura si sta estendendo nel paese. Un funzionario afghano ha riferito che oltre a Kabul, anche le forze della base aerea di Bagram, una città a 60 km da Kabul, sede di una prigione che ospita 5.000 detenuti, si sono arrese ai talebani. Il capo del distretto di Bagram, Darwaish Raufi, ha riferito che la resa ha consegnato l'ex base americana agli insorti. La prigione ha ospitato sia i talebani che i combattenti del gruppo dello Stato Islamico.

Per la portavoce dell’Alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati (Unhcr), Carlotta Sami, quanto sta accadendo in queste ore è «il dramma che si ripete».

Biden

Il presidente Usa, Joe Biden, sabato ha annunciato una serie di azioni conseguenti alla situazione in corso in Afghanistan, tra cui dirigere la comunità di intelligence «per garantire che manterremo la capacità e la vigilanza per affrontare future minacce terroristiche dall’Afghanistan», incaricando il Segretario di Stato Antony Blinken di sostenere il presidente afghano Ashraf Ghani, comunicando ai rappresentanti dei talebani a Doha «che qualsiasi azione da parte loro sul campo in Afghanistan, che metta a rischio il personale statunitense o la nostra missione lì, sarà accolta con una risposta militare rapida e forte» e incaricando l’ambasciatore Tracey Jacobson di «elaborare, trasportare e ricollocare i richiedenti di visto speciale per immigrati afgani e altri alleati afgani».

Biden ha attaccato l’ex presidente Donald Trump sulla gestione del conflitto: «Sono stato il quarto presidente a presiedere una presenza di truppe americane in Afghanistan: due repubblicani, due democratici. Non vorrei, e non lo farò, passare questa guerra a un quinto».

Secondo la Cnn, gli Usa si preparano a chiudere l’ambasciata, probabilmente entro martedì.

Kabul

I talebani hanno preso il controllo dell’università di Kabul, nella parte occidentale della capitale, e hanno anche issato le loro bandiere in uno dei distretti. Lo riferisce l’agenzia russa Ria novosti citando una propria fonte.

«L’Emirato islamico ordina a tutte le sue forze di attendere alle porte di Kabul, di non tentare di entrare in città» aveva scritto su Twitter Zabihullah Mujahid, portavoce dei talebani.

Una fonte residente in un quartiere della capitale afghana ha comunque detto ad Af che «vi sono combattenti talebani armati nella zona, ma non vi sono combattimenti».

Jalalabad

I miliziani si erano in precedenza impossessati anche di Jalalabad – l’ultima grande città al di fuori della capitale controllata dal governo centrale sempre più isolato, mentre decine di migliaia di persone fuggono dalla loro rapida avanzata. In un’offensiva nazionale durata poco più di una settimana, i talebani hanno sconfitto, cooptato o messo in fuga le forze di sicurezza afghane da vaste aree del paese. Anche il presidente Ashraf Ghani, che ieri ha parlato alla nazione per la prima volta dall’inizio dell’offensiva, appare sempre più isolato.

Ponte aereo per gli italiani

Sono iniziate questa mattina le operazioni per il rientro in Italia del personale dell’ambasciata a Kabul e dei connazionali presenti in Afghanistan. A quanto si apprende, la partenza del volo è prevista per le 21.30 locali. Ieri l’appello della Farnesina tramite una mail mandata agli italiani presenti in Afghanistan a ritornare in Italia tramite il volo messo a disposizione dall’aeronautica militare. “Facendo seguito agli inviti formulati a lasciare il Paese, le comunichiamo che, visto il grave deterioramento delle condizioni di sicurezza, viene messo a disposizione dei cittadini italiani un volo dell’Aereonautica Militare nella giornata di domenica, 15 agosto, alle ore 21.30 circa dall’aeroporto di Kabul. Le formuliamo l’invito a lasciare il Paese con questo mezzo” sottolineava la mail.

La Germania

Anche la Germania si sta muovendo. Il paese sta inviando aerei militari a Kabul per iniziare l'evacuazione del personale dell'ambasciata lunedì. L’agenzia di stampa tedesca dpa ha riferito che la missione includerà l'evacuazione del personale afghano locale che lavora per l'ambasciata tedesca. Gli aerei militari dovrebbero portare gli sfollati da Kabul a una base in Asia centrale, da dove aerei charter li porteranno in Germania.

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