La commissione norvegese per il Nobel ha assegnato il premio per la pace del 2022 a Ales Bialiatski, Memorial e il Centro per le libertà civili. Il premio istituito nel 1895 da Alfred Nobel e consegnato per la prima volta nel 1901 viene assegnato, differentemente dagli altri, a Oslo in Norvegia e non in Svezia perché all’epoca della prima consegna i due paesi formavano un unico stato e il comitato è formato da cinque membri del parlamento norvegese. Altra peculiarità rispetto agli altri nobel è quella di poter essere assegnato non solo a singole persone ma anche a intere organizzazioni.

Le motivazioni della Commissione

La decisione della commissione norvegese di conferire il premio a un individuo e due organizzazioni «per aver promosso il diritto di criticare il potere e aver difeso i diritti fondamentali dei cittadini». La rappresentante del comitato ha poi ricordato «gli eccezionali effetti nel documentare crimini di guerra, le violazioni dei diritti umani e gli abusi di potere. Insieme hanno dimostrato la rilevanza della società civile nella ricerca della pace e l’impegno per la democrazia». 

Ales Bialiatski

L’avvocato per i diritti umani Ales Bialiatski è stato uno dei fondatori del movimento per la Democrazia emerso in Bielorussia negli ani Ottanta e ha speso la sua vita, ha ricordato la portavoce, «promuovendo la democrazia e la pace nel suo paese». Bialiatski ha fondato nel 1996 il Viasna Human Rights Centre, in risposta al controverso emendamento costituzionale che ha dato poteri dittatoriali al presidente. Attraverso Viasna e i suoi membri ci sono state proteste contro l’uso delle autorità di torture ai danni dei prigionieri politici. «Le autorità hanno più volte messo a tacere Ales Bialiatski che è stato imprigionato dal 2011 al 2014», ha detto la portavoce. Nel 2020 Bialiatski è stato di nuovo incarcerato senza prove ma ha continuato «la sua battaglia per i diritti civili e per la democrazia.

L’organizzazione Memorial

Memorial è un’ organizzazione russa fondata nel 1987 da attivisti per i diritti umani che volevano rendere noti i crimini commessi sotto il comunismo e fare in modo che non fossero dimenticati. Memorial è basata sull’assunto che è necessario confrontare crimini passati per evitare siano ripetuti in futuro. Dopo la caduta dell’Unione sovietica Memorial è diventata la più grande organizzazione per i diritti umani in Russia, oltre che centro di documentazione per i crimini commessi durante lo stalinismo. Negli anni Memorial è diventata la risorsa più autorevole di informazioni sui prigionieri politici in Russia. L’organizzazione è in prima linea anche nel combattere il militarismo e difendere i diritti umani. Durante la guerra in Cecenia Memorial si è riunito e ha dimostrato i crimini e gli abusi commessi dalle forze russe sui civili. Nel 2009 il ramo ceceno dell’organizzazione è stato colpito uccidendo Natalia Estemirova. «Quando la società civile deve cedere il passo all'autocrazia e alla dittatura la pace è spesso la prossima vittima», ha detto la portavoce. A dicembre 2021 le autorità russe hanno deciso che Memorial dovesse cessare la propria attività e che il centro di documentazione dovesse cessare la propria attività. Tuttavia i membri dell’organizzazione non si sono arresi e hanno deciso di rimanere in Russia. 

Il Centro per le libertà civili

La seconda organizzazione ad aver ricevuto il premio è stato il Centre for civil liberties, con sede a Kiev in Ucraina e con l’obiettivo di estendere le libertà civili e rafforzare la democrazia. L’organizzazione ha preso posizione per rafforzare la società civile ucraina e fare pressione sulle autorità affinché trasformino il paese in una democrazia compiuta. Il Centro si è anche speso perchè l’Ucraina diventasse un affiliato del Tribunale penale internazionale dell’Aia. Dopo l’invasione russa del paese l’organizzazione si è impegnata a svelare e documentare i crimini commessi dall’esercito di Putin sui civili. 

Quando il Nobel per la pace non è stato assegnato

Il Nobel per la pace non è stato assegnato in 19 occasioni: durante gli anni delle due guerre mondiali, durante la guerra fredda e quella del Vietnam. Inizialmente il Nobel veniva conferito solo a personalità di origine occidentale, poi fu scelto di estenderlo anche a persone provenienti da altre parti del mondo. Forti contestazioni sono state avanzate critiche in merito alle scelte compiute dal comitato. Il Nobel viene, infatti, assegnato a una persona o una struttura che ha risolto un conflitto internazionale e costruito un consenso pacifico. In alcuni casi a ricevere questo prestigioso riconoscimento sono stati personaggi le cui azioni precedenti o posteriori a quella per la quale veniva premiato erano in conflitto con le finalità stesse dell’onorificenza. Si ricordi tra loro Theodore Roosvelt, militarista convinto eppure premiato per l’opera di mediazione nella guerra russo-giapponese. Per questi motivi, dal 2005 si è scelto di affidare il premio a personaggi o associazioni impegnate nella difesa diritti umani. 

Il grande dimenticato: Gandhi

Altre critiche sono state rivolte alla commissione di Oslo per non aver mai premiato personalità i cui contributi alla pace sono stati riconosciuti all'unanimità. Nella lista dei grandi dimenticati c’è Mahatma Gandhi. Il Comitato, a seguito delle contestazioni, ha ammesso di aver nominato Gandhi nel 1937, 1938, 1939, 1947 e, infine, pochi giorni prima del suo assassinio, nel gennaio 1948. L’esclusione del Mahatma fu deplorata dai successivi membri del Comitato norvegese. Tuttavia nel 1989, il premio è stato assegnato al il presidente del comitato Egil Aarvik, Tenzin Gyatso e la commissione ha detto che la decisione è stata «in parte un tributo alla memoria del Mahatma Gandhi».

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