Le autorità saudite hanno rilasciato l’attivista per i diritti delle donne, Loujain al Hathloul. A dare la notizia è stata la sorella Lina che scritto su Twitter: «Loujain è a casa». La donna era stata arrestata nel 2018 con l’accusa di  «essere una minaccia alla sicurezza nazionale» dopo aver animato il movimento femminista che aveva ottenuto il diritto alla guida anche per le donne.

La scarcerazione era stata anticipata l’8 febbraio. I magistrati sauditi avevano infatti deciso di considerare i tre anni di reclusione già affrontati dall’attivista come parte della condanna a cinque anni inflitta nel dicembre 2020 e di lasciar decadere i due rimanenti. La famiglia di al Hathloul ha denunciato più volte le torture e le violenze sessuali subìte da Loujain in carcere. Per queste ragioni la sorella Lina aveva invitato i media a non parlare di una sua «liberazione».

La doppia faccia di Mbs

Il caso al Hathloul è stato spesso usato dai critici del principe ereditario, Mohammad Bin Salman (Mbs). In un tweet il direttore esecutivo di Human Rights Watch, Kenneth Roth, ha definito Mbs «il supposto principe riformista» accusando i sauditi di avere incarcerato la donna solo perché «lottava per i suoi diritti».

Nonostante la sua volonta di proporsi come volto nuovo e credibile della politica saudita, il principe si è macchiato non solo dell’incarcerazione di al Hathloul, ma è anche considerato il mandante dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, scomparso nel settembre del 2018 dopo essere entrato nell’ambasciata saudita in Turchia. Inoltre, Mbs ha legato la sua azione politica anche alla guerra in Yemen che vede l’Arabia Saudita contrapposta ai ribelli sciiti Houthi, sostenuti dall’Iran.

Le Nazioni unite hanno accusato entrambe le forze di avere commesso crimini contro i civili e recentemente il presidente americano, Joe Biden, ha ritirato il suo sostegno militare alle operazioni saudite. Per cercare di ripulire la propria immagine, l’Arabia Saudita ha puntato sullo sportwashing e ha usato la propria svolta ecologista per organizzare nuovi eventi internazionali come il Neo Renaissance che ha visto anche la partecipazione del leader di Italia viva, Matteo Renzi

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