Esplosione a pochi chilometri dal Cremlino. I servizi ucraini sono i principali sospettati. Si tratta del primo assassinio mirato dall’insediamento di Trump. Ora ci si interroga sull'eventuale impatto sui negoziati
Il leader di una milizia filo-russa impegnata nelle operazioni militari in Ucraina è stato ucciso questa mattina di fronte alla sua abitazione in un’esplosione a Mosca. Armen Sargsyan, cittadino ucraino di origine armena, era il fondatore del battaglione ArBat, una formazione irregolare affiliata alle forze armate russe.
Insieme a lui sono state ferite diverse guardie del corpo e alcuni passanti e, secondo alcuni media russi, ci sarebbe anche un altro morto nell’attacco. L'attacco è avvenuto di fronte al complesso residenziale di lusso “Vele scarlatte”, ad appena una decina di chilometri dal Cremlino.
L’attentato è il primo che si verifica in Russia da quando si è insediato alla Casa Bianca il nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Due mesi fa, durante l'amministrazione Biden, era stato ucciso a Mosca il generale Igor Kirillov, comandante delle unità di difesa radio-chimica delle forze armate russe. L’attacco era avvenuto con modalità simili a quello di oggi: una bomba fatta esplodere all’ingresso dell'abitazione del bersaglio.
Le autorità russe per il momento non hanno attribuito l’attacco, ma un investigatore ha detto all’agenzia nazionale Tass che l'attentato contro Sargsyan è stato «accuratamente pianificato e ordinato».
Sospetti su Kiev
Allora, come oggi, i servizi segreti ucraini sono i principali sospettati per l'attacco. Lo scorso dicembre, l’intelligence ucraina, Sbu, aveva descritto Sargsyan come un “boss criminale”, vicino al circolo dell'ex presidente filorusso Viktor Yanukovych e ricercato per il suo ruolo nell’uccisione di diversi manifestanti durante le proteste di Maidan nel 2014.
Secondo l’Sbu, Sargsyan aveva anche partecipato al reclutamento di prigionieri russi da inviare sul fronte ucraino. In un’intervista pubblicata da un corrispondente militare russo nell’ottobre del 2023, un comandante del battaglione aveva detto che l’unità aveva assorbito numerosi mercenari provenienti dal gruppo Wagner, dopo lo scioglimento dell'unità mercenaria in seguito al suo ammutinamento dell'estate precedente.
Lo scorso settembre, il battaglione aveva di nuovo attirato l’attenzione dopo che il governo armeno ha arrestato tre persone con l'accusa di preparare un colpo di stato in collaborazione con i soldati dell’ArBat.
Se la matrice ucraina dell'attacco fosse confermata, sarebbe l'ennesima umiliazione per i servizi di controspionaggio russi che, ancora una volta, non sono riusciti a prevenire un attentato esplosivo a pochi chilometri dal centro del potere russo.
Le implicazioni
Di norma, il governo di Kiev non rivendica apertamente gli omicidi mirati compiuti in Russia, arrivati ormai a una mezza dozzina. Il generale Kirillov è il caso di maggior profilo. In precedenza, si ritiene che i servizi ucraini abbiano partecipato all'assassinio di Daria Dugina, figlia del filosofo nazionalista Alexander Dugin, del giornalista di guerra Vladen Tatarsky e di un comandante di sottomarini.
Fino ad oggi, la Casa Bianca e le agenzie di intelligence americane avevano espresso dubbi e scetticismo nei confronti di queste operazioni e diverse fonti avevano rivelato alla stampa che l'amministrazione Biden aveva discretamente chiesto a Kiev di fermare gli omicidi mirati, per timore di rappresaglie russe. Non è ancora chiaro come la nuova amministrazione Trump reagirà a queste operazioni.
Negli ultimi giorni, il nuovo presidente americano ha intensificato i suoi sforzi per raggiungere una tregua in Ucraina. Tramite il suo inviato speciale, l'ex generale Keith Kellogg, ha proposto a Kiev di tenere elezioni entro la fine dell'anno se sarà raggiunto un cessate il fuoco con la Russia. Nel frattempo, diversi media riportano che delegati russi e americani stanno considerando la possibilità di tenere negli Emirati Arabi Uniti o in Arabia Saudita un primo vertice tra Trump e Putin.
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