«Abbiamo appena ricevuto una lettera che ci comunica la sospensione di uno dei nostri più importanti finanziamenti. Abbiamo bisogno del vostro aiuto!». Da mercoledì 29 il sito Slidstvo, uno dei principali media investigativi ucraini, si apre con questo messaggio. Si tratta di una conseguenza diretta della sospensione dei finanziamenti internazionali e dei programmi di cooperazioni americani, decisa dal presidente Donald Trump e che ha gettato nel panico gran parte del mondo delle Ong e della stampa indipendente, in Ucraina e non solo.

La decisione, presa da Trump una settimana fa, a poche ore dalla sua inaugurazione, ha congelato per 90 giorni tutti i fondi destinati alla cooperazione – ma non gli aiuti militari. L’agenzia Usaid ha quindi comunicato a tutti i suoi partner il blocco di tutte le erogazioni e dei progetti in corso. In alcuni casi, il denaro è già stato versato ai destinatari, ma con il nuovo blocco media e altre organizzazioni non possono utilizzarlo e sono obbligate a lasciarlo sui loro conti bancari.

Inchieste minacciate

La decisione di Trump ha avuto conseguenze in tutto il mondo e soprattutto in Ucraina, dove una larga fetta dell’informazione indipendente si regge in piedi grazie ai finanziamenti americani e, in secondo luogo, europei. Slidstvo, ad esempio, ottiene circca l’80 per cento dei suoi finanziamenti dal governo Usa.

Il taglio colpisce solo marginalmente i media pubblici, come la radiotelevisione nazionale Suspilne, o i grandi gruppi controllati dagli oligarchi, come il network 1+1 che ha lanciato la carriera dell’attuale presidente, Volodymyr Zelensky. È però devastante per gran parte dei progetti autonomi dallo stato o da gruppi industriali ucraini, come Hromadske, Ukrainska Pravda, Detector Media e Ukrainer.
Anche se generalmente uniti da un atteggiamento pro-occidentale e anti-russo, questi media sono tra quelli più critici nei confronti del governo ucraino e hanno portato alla luce alcuni dei principali scandali di corruzione che lo hanno coinvolto prima, e anche dopo, l’invasione su larga scala. Bihus.info, uno dei portali a rischio chiusura, ha realizzato diversi scoop sulle tangenti all’interno del ministero della Difesa e i membri della sua redazione sono stati per questo minacciati e messi sotto sorveglianza dai servizi di intelligence ucraini.

Cade Velyka Novosilka

Mercoledì 30, il progetto di monitoraggio del fronte DeepState, legato alle forze armate ucraine, ha annunciato la caduta di Velyka Novosilka, la cittadina del Donbass dove da settimane una guarnigione ucraine era circondata dalle truppe russe. In molti temevano che numerosi soldati ucraini sarebbero stati fatti prigionieri, ma la 110ª brigata ha riferito di essere riuscita a sganciarsi dai combattimenti senza restare intrappolata nelle rovine della città.

La caduta di Velyka Novosilka rivela la sempre più precaria situazione dell’esercito ucraino nel Donbass. «Il fronte orientale sta crollando», ha titolato l’analista militare del settimanale Economist. Secondo i media ucraini la situazione non è così disperata, DeepState ha scritto mercoledì che il numero di attacchi russi è in calo dopo il picco raggiunto a metà dicembre, ma anche i più patriottici vedono poche ragioni di ottimismo.

Caduta Velyka Novosilka, gli ucraini dovranno decidere se impiegare le poche riserve a loro disposizione per sbarrare ai russi la strada che conduce verso Dnipro e Zaporizhzhia, aree dove non si è ancora combattuto e che sono sguarnite di difese, o se concentrarsi su Pokrovsk, un importante snodo logistico nella regione di Donetsk, contro cui i russi potrebbero decidere di concentrarsi nei prossimi giorni. Mentre il processo negoziale promesso da Trump si muove lentamente, il fronte non resta fermo le prospettive ucraine si fanno sempre più negative.

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