Il rischio di un incidente nucleare in Ucraina non è mai stato così alto. A far tornare il pericolo è stato l’attacco compiuto dall’esercito russo con dei droni militari lanciati contro l’area che hanno colpito l’involucro del reattore della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande in Europa.

Secondo il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Mariano Grossi, ci sono «lievi bruciature superficiali sulla parte superiore del tetto della cupola del reattore dell'Unità 6 e rigature su una parete di cemento». «Sebbene il danno all'unità 6 non abbia compromesso la sicurezza nucleare, si è trattato di un incidente grave che ha il potenziale per minare l'integrità del sistema di contenimento del reattore» ha precisato Grossi.

«Si tratta di una grave escalation dei pericoli per la sicurezza nucleare che la centrale nucleare di Zaporizhzhia deve affrontare. Tali attacchi sconsiderati aumentano significativamente il rischio di un grave incidente nucleare e devono cessare immediatamente», ha affermato Grossi. Al momento non si registrano perdite di radioattività. 

Negli ultimi attacchi nella regione si sono registrate almeno tre vittime. Secondo l’Institute study of war, il think tank americano che si occupa di pubblicare studi di natura militare, l’esercito russo sta accelerando i ritmi lungo tutto il fronte orientale.

La visita di Lavrov in Cina

Se sul lato diplomatico le trattative per arrivare alla pace sono completamente arenate, il Cremlino continua a muoversi per evitare l’isolamento internazionale. Il ministro degli Esteri russo, Sergei , è arrivato oggi a Pechino in visita ufficiale per rafforzare i legami con il governo cinese uno dei principali alleati economici di Mosca.

I due leader «discuteranno di un'ampia gamma di questioni relative alla cooperazione bilaterale, nonché alla cooperazione sulla scena internazionale», si legge in una nota congiunta.

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