- Comunque vada «questo referendum ha un significato storico» per il presidente della Commissione elettorale centrale taiwanese, Lee Chin-yung, perché «i cittadini possono esercitare per la prima volta la revisione della costituzione».
- La carta fondamentale della Repubblica di Cina (nome ufficiale di Taiwan) dichiara che Taiwan e la Cina continentale sono entrambe parte della Cina, una posizione simile al principio “una sola Cina” difeso dal partito comunista.
- Pechino teme che in futuro gli indipendentisti del Dpp possano essere tentati di ricorrere proprio a un referendum costituzionale per dichiarare l’indipendenza dell’Isola.
Da oggi la giovane democrazia taiwanese non è più un cattivo, ma un pessimo esempio per i cittadini del suo dirimpettaio autoritario, la Repubblica popolare cinese. Sull’isola, infatti, 19,3 milioni di elettori sono chiamati alle urne non solo per rinnovare i governi dei 22 distretti amministrativi, ma anche per il primo referendum costituzionale, sull’età per l’elettorato attivo e passivo. La riduzione da 20 a 18 anni di quella che dà diritto al voto e da 23 a 18 per candidarsi passerà solo se



