Si allarga lo scandalo scoppiato in Canada dopo l’ovazione tributata in parlamento a un ex combattente delle SS ucraine. Ieri si è dimesso il  presidente della Camera dei comuni, Anthony Rota. Ma le scuse e le dimissioni non hanno placato le polemiche per uno scivolone che non solo ha fornito un’arma alla propaganda russa, ma ha ricordato ancora una volta la difficile relazione che l’Ucraina continua ad avere con il suo passato.

L’ovazione

Yaroslav Hunka è un cittadino ucraino-canadese di 98 anni. Quando aveva 18, nel pieno della Seconda guerra mondiale, si arruolò volontario nella divisione SS Galicien, un’unità nazista accusata di aver partecipato a massacri di ebrei e polacchi. Finita la guerra, Hunka è emigrato in Canada dove è diventato una figura attiva nei circoli degli ex combattenti della divisione Galician. Rota dice che non era a conoscenza di questo suo passato quando lo ha invitato a presenziare in parlamento al discorso tenuto venerdì scorso dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, al termine del quale lo ha celebrato definendolo «un eroe ucraino, un eroe canadese». I parlamentari e gli altri ospiti dell’evento, compreso Zelensky e la moglie, si sono alzati due volte per applaudire Hunka. L’episodio ha immediatamente attirato critiche da organizzazioni per la memoria della Shoah, storici e attivisti, mentre il governo polacco ha annunciato di aver iniziato le procedure per chiedere l’estradizione di Hunka. Il governo canadese si è scusato a il primo ministro Justin Trudeau ha definito l’episodio un «profondo imbarazzo» per tutti i canadesi.

Chi ha invitato Hunka?

Il presidente della Camera Rota si è preso tutta la responsabilità per l’episodio, affermando che invitare Hunka è stata una sua idea di cui non aveva avvertito né il parlamento né il presidente Zelensky. Rota ha spiegato l’invito dicendo che Hunka è un elettore del suo collegio. Ma non ha spiegato come sia entrato in contatto con lui né se qualcuno gli ha suggerito l’incontro. Secondo il giornalista Fabrice Deprez, è probabile che la visita sia stata suggerita da membri della diaspora ucraina, che da tempo cercano di riabilitare e celebrare la memoria della divisione Galicien. In Canada esistono due monumenti alla divisione Galicien, costruiti anche con i fondi destinati alle comunità straniere del paese e oggetto di cicliche polemiche.

Il contesto

Il Cremlino ha utilizzato l’episodio per sostenere ancora una volta che il governo ucraino è in mano a «bande di nazisti». L’accusa viene respinta in occidente e nella stessa Ucraina, guidata tra l’altro da un presidente di origine ebraica. Ma lo scandalo canadese ha ricordato ancora una volta che l’invasione russa ha contribuito a trasformare personaggi problematici del passato ucraino in eroi nazionali. Figure politiche che si allearono con i nazisti e furono responsabili di pulizia etnica, per poi combattere per l’indipendenza ucraina contro le forze sovietiche, sono diventati simboli di resistenza trasversali contro la nuova invasione.

Mentre il passato controverso dei nuovi eroi nazionali viene dimenticato, l’uso selettivo della memoria ha contribuito a inasprire le relazioni con alleati chiave, come la Polonia, e rischia di raffreddare l’entusiasmo per la causa ucraina anche nel resto dell’Occidente.

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