A cosa serviva la presunta corruzione di europarlamentari e dei loro staff sulla quale sta indagando l’autorità giudiziaria Belga? In attesa delle evidenze dell’inchiesta, si può soltanto notare che in alcune occasioni il Qatar ha sicuramente cercato e ottenuto una sponda importante nelle istituzioni europeee.

Il caso più clamoroso è quello di una risoluzione approvata dal parlamento europeo di fine novembre che si «compiace» per come il Qatar tratti i lavoratori nonostante Amnesty International, tra gli altri, abbiamo più volte contestato la violazione dei diritti umani.

Quel testo adesso rischia di avere tutto un altro significato, visto che nella risoluzione sui Mondiali presentata dai Socialisti e democratici e che ha ammorbidito la versione finale spicca il nome di Andrea Cozzolino, l’europarlamentare Pd non indagato a cui Francesco Giorgi, uno degli indagati, fa da assistente.

Giorgi, secondo le cronache, è anche il compagno di Eva Kaili, la vicepresidente del parlamento europeo in quota S&D perquisita dalla polizia belga nelle scorse ore e arrestata.

Per la coppia le accuse sono corruzione, criminalità organizzata e riciclaggio di denaro.

Kaili a novembre era andata a incontrare personalmente l’emiro del Qatar per parlare, aveva twittato, «di futuro e prospettive» e nell’ Europarlamento si è spesa per rimarcare l’importanza dei Mondiali in Qatar.

Il quotidiano belga L'Echo ha raccontato di valigie piene di banconote trovate nel corso delle perquisizioni a casa sua, flagranza che le avrebbe fatto perdere l'immunità parlamentare e avrebbe permesso alla polizia di procedere all’arresto. Oltre a lei è stato arrestato il padre, che avrebbe tentato la fuga. Adesso il suo gruppo ha chiesto ufficialmente la sua sostituzione e il Pasok in Grecia l’ha espulsa.

Le indagini

Le indagini, partite quest’estate, hanno portato al fermo di quattro italiani, tra i quali l'ex eurodeputato del Pd e Articolo 1, Antonio Panzeri e Luca Visentini, per diversi anni a capo dei sindacati europei.

Secondo la procura di Bruxelles «il paese del Golfo» avrebbe cercato di influenzare più personalità «versando ingenti somme di denaro o offrendo regali di grande entità a terzi che ricoprono posizioni politiche o strategiche di rilievo all'interno del parlamento europeo». 

Un’attenzione particolare attualmente riguarda appunto gli assistenti parlamentari. I quotidiani belgi Le Soir e Knack hanno chiarito che il paese coinvolto è proprio il Qatar che in questi giorni sta ospitando i mondiali di calcio, tra mille polemiche proprio sulle violazioni di diritti umani. 

Il testo

Il testo della risoluzione finale del parlamento europeo e approvata il 24 novembre aveva fatto storcere il naso a diversi politici, anche perché i Socialisti&Democratici all’inizio erano persino contrari a un testo che parlasse di diritti e Fifa. Interrogati, non avevano voluto commentare sul perché avessero deciso di mettersi in mezzo alle contrattazioni parlamentari. Amnesty International denuncia da mesi come i lavoratori migranti siano al centro del progetto dei mondiali.

Dieci anni dopo che la Fifa ha assegnato il torneo al Qatar, migliaia di loro vengono ancora sfruttati da datori di lavoro senza scrupoli. Si parla addirittura di decessi non chiariti. 

Amnesty International sostiene che la maggior parte delle morti di lavoratori migranti rimane senza spiegazione.

Eppure nel testo elaborato dai socialisti si legge che l’europarlamento «si compiace del fatto che, secondo l'Organizzazione internazionale del lavoro, il governo del Qatar abbia rimborsato 320 milioni di dollari alle vittime di abusi salariali» e «chiede che il fondo sia esteso a tutte le vittime dall'inizio dei lavori relativi alla Coppa del mondo Fifa 2022».

Non solo: «Apprezza le riforme adottate dalle autorità del Qatar in consultazione con l'Oil per affrontare la governance della migrazione di manodopera».

Amnesty cerca di fare luce sulle vittime e denuncia lo scandalo sociale, per gli europarlamentari «questi cambiamenti hanno già migliorato le condizioni di vita e di lavoro di centinaia di migliaia di lavoratori».

Articolo Uno

Finora nessun esponente politico vicino agli indagati si è espresso, nonostante molte cose andrebbero chiarite a prescindere dall’evoluzione giudiziaria. 

Panzeri, a cui sono stati trovati 500 mila euro in contanti in casa, ha avuto una vita politica molto vicina a Massimo D'Alema, tanto da lasciare i Democratici nel 2017 per aderire ad Articolo 1 insieme all'ex premier. 

Giorgi, che oggi è assistente dell’europarlamentare dalla risoluzione morbida, nella passata legislatura è stato il suo assistente.

A questo si aggiunge che, mentre scoppiava l’euroscandalo, nelle stesse ore D’Alema veniva accreditato da Repubblica e Corriere della Sera come consulente di un imprenditore del Qatar per l’acquisto della raffineria Lukoil a rischio a seguito dell’embargo al petrolio russo. Un impianto che quest’anno dovrebbe arrivare a fatturare 11 miliardi e su cui si sono mossi interessi da tutto il mondo.

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