Circa 13mila agenti di polizia e della gendarmeria sono stati mobilitati per questo martedì 28 marzo in tutta la Francia. Di questi, 5.500 saranno dispiegati a Parigi. È il contingente dispiegato dal ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin per far fronte al decimo giorno consecutivo di proteste contro la riforma delle pensioni. Un giorno con «un rischio molto significativo di disordini dell’ordine pubblico», ha detto il ministro francese, anticipando il corteo che dalle 14 inonderà le strade di Parigi. Secondo i servizi di intelligence francesi la presenza dei giovani alla manifestazione di oggi dovrebbe triplicare, rispetto ai 30mila partecipanti nelle scorse giornate.

Macron non indietreggia

Mentre le manifestazioni di piazza in Israele hanno portato il premier Benjamin Netanyahu a congelare, per il momento, la tanto criticata riforma della giustizia, il capo dell’Eliseo Macron tira dritto nonostante il dissenso popolare. «La riforma è spiacevole ma inevitabile, Borne resta al governo per tutto il tempo possibile, non ho rimpianti», aveva detto la scorsa settimana in un messaggio alla nazione.

Nella giornata di ieri i manifestanti hanno chiuso uno dei simboli più noti della Francia, il museo del Louvre. In una nota sui social il sindacato Cgt della biblioteca nazionale francese ha scritto: «Il Louvre come tanti altri luoghi e siti culturali sono mobilitati dall’inizio contro questo progetto di controriforma. Anche la Gioconda è in sciopero».

Al momento Macron continua con le trattative per far passare la sua riforma, che prevede l’innalzamento dell’età pensionistica da 62 a 64 anni. Fuori dal Louvre sono apparsi ieri cittadini che brandivano lo slogan «Lavorare di meno per vivere di più».

Cosa prevede la riforma

La riforma è stata approvata dal governo francese senza il voto dell’Assemblea popolare. Tra le maggiori critiche c’è l’aumento dell’età pensionistica a 64 anni e non più a 62. Il cambiamento sarà finale tra sette anni, nel 2030. Ogni anno l’età salirà gradualmente di tre mesi.

Oltre a questo preoccupano le maggiori difficoltà con cui si potrà accedere alla pensione. I lavoratori potranno andare due anni più tardi in pensione, ma con una penalizzazione nel cedolino della pensione. Solo arrivando a 65 anni di età con 40 anni di contributi sarà possibile ottenere la contribuzione piena, incentivando così chi decide di continuare a lavorare oltre i 64 anni.

Questo viene visto come un gesto di favore ai lavoratori aziendali, grandi manager e dirigenti che svolgono lavori meno usuranti a livello fisico e ben più remunerati.

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